Il mistero della casa dei 20 suicidi
Eccoci qui, amici e amiche del paranormale. Pronti come sempre ad immergerci in una nuova ed elettrizzante storia. La storia di oggi è un connubio tra mistero e forse qualcuno oserebbe dire leggenda. E invece no. La storia di oggi è reale ed è collocata in un asso di tempo che va dal 1934 al 1942. Ci troviamo a Londra, in una piccola stradina chiamata Montpelier. Qui si trova una casa in cui si racconta siano avvenuti ben 20 suicidi e 2 omicidi consumati nell’arco di circa 10 anni. Tutto ebbe inizio quando il proprietario della casa, in seguito alla morte della moglie per malattia cadde in depressione ed impazzì uccidendo, nella notte, la figlia di 12 anni strangolandola. Poi, prese una pistola e si uccise.
Nel 1936 la casa venne venduta all’asta e acquistata da una famiglia di 5 membri: madre, padre e tre figli. Durante l’anno i cinque membri della famiglia morirono suicidandosi. I primi ad uccidersi furono i due figli maggiori che si tagliarono i polsi a causa di infelicità. Straziata dal dolore per la morte dei figli, la madre si avvelenò. La figlia minore bevve un bicchiere di latte in cui aveva sciolto del veleno per topi. Infine, l’uomo si gettò nel vuoto dal tetto.
Nel 1937 la casa venne acquistata da una giovane coppia di neo sposi. Con loro vivevano anche i genitori dello sposo. Lo sposo, cominciò a nutrire dubbi sospetti sulla moglie. Infatti, l’uomo temendo che la moglie lo avesse tradito con un amico con cui lavorava, la uccise con 60 coltellate. Poi, si uccise. Trascorsi pochi mesi, i genitori dello sposo vennero trovati impiccati in una stanza del secondo piano.
Il mistero della casa dei 20 suicidi
Dal 1937 al 1940 nelle mura di questa casa si consumarono ben altri 7 suicidi inspiegabili. I nuovi padroni di casa avevano due figli maschi e invitarono a cena un amico di scuola dei figli e i loro genitori. Alcuni giorni dopo vennero trovati tutti morti. La zuppa che avevano mangiato era stata avvelenata con un’abbondante dose di cianuro.
Alla fine del 1943, un sensitivo di nome Andrew Green, prese in affitto la casa. L’uomo era convinto della presenza, nella casa, di forse maligne. Decise quindi di andarci ad abitare con suo padre per svolgere accurate indagini. Una notte, nella testa, sentì una voce femminile che lo invitava a buttarsi giù dalla mansarda. Quella voce, come lui stesso raccontò, lo costringeva a compiere tutto ciò che gli comandava. Solo l’intervento tempestivo del padre salvò Andrew dal lancio dalla mansarda. I due, nella stessa notte, lasciarono la casa. Qualche giorno dopo Andrew tornò tra quelle mura per raccogliere le foto che aveva scattato. In una di queste vide il volto di una bambina affacciata ad una delle finestre del secondo piano. Durante la seconda guerra mondiale la casa venne distrutta. Ancora oggi, però, a distanza di tanti anni resta il mistero sui quei suicidi consumati tra le mura di quella casa così apparentemente bella.