Dall’inizio di novembre, l’Istat ha pubblicato quattro note importanti su lavoro, economia e situazione vendite nel commercio a dettaglio. Iniziamo da ciò che ha fatto uscire proprio oggi, 6 novembre: la nota mensile dell’economia italiana ad ottobre.
Lo scorso mese, inizia l’Istituto, l’Italia ha vissuto le influenze dello scenario internazionale caratterizzato da “una decisa ripresa dei ritmi produttivi e degli scambi commerciali“.
Ciò ha significato anche più lavoro, i dati riportano come dato positivo il recupero delle ore impiegate rispetto alle assunzioni che sono state sotto l’1%.
L’Italia non riuscirà a ritornare come prima nel breve periodo, infatti, il PIL italiano nel terzo trimestre è stato positivo ma non l’inflazione.
Le esportazioni, per esempio, che per il nostro paese sono importantissime, solo sul mercato europeo si è mantenuto un livello accettabile di scambi, anche i viaggi continentali tra i vari cittadini comunitari hanno inciso a mantenere quasi positivo questo andamento.
Ecco alcuni dati precisi, contenuti nel capitolo congiuntura italiana imprese.
L’Istat inizia dal terzo trimestre, il Pil italiano ha registrato un “robusto recupero”: +1,61%.
Le industrie hanno lavorato, ed è grazie a loro che ad agosto la nostra situazione economica ha recuperato. L’Istat ha dato questi risultati:
- +7,7% in termini strutturali, produzione industriale estiva +34,6%, produzione dei beni di consumi durevoli e industriali con un tasso di crescita del 144,1% e 50,1%.
- Ci sono stati più ordinativi interni (+55,9%) rispetto a quelli esteri (+36,2%). L’Italia vende ciò che le industrie producono con un trend del 15% ad ottobre, del 47,3% negli ultimi tre mesi.
- Per il mercato del lavoro, a settembre è aumentato il numero di ore impiegate nella produttività e nei servizi, di settimana in settimana con questi trend:
- +0,2 come dato sugli occupati totali e un totale di ore raggiunte di 33,5;
- Il lavoro dipendente ha ripreso con mezzo punto in più, 0,3.
Analisi del commercio al dettaglio: più acquisti alimentari, per altri beni gli italiani sono diventati più selettivi
Gli italiani con il Coronavirus sono cambiati nelle abitudini di acquisto. Le vendite al dettaglio che sono state analizzate in una nota dedicata hanno segnalato una riduzione dello -0,4%. I consumatori scelgono più i beni alimentari che quelli non alimentari, rispettivamente: +0,1% contro il -0,7%.
Sul commercio al dettaglio, l’Istat oggi ha pubblicato un flash dedicato a settembre. Si ampliano i dati che abbiamo indicato prima con percentuali precise sui settori non alimentari. Come sempre, le indagini partono da settimane prima, quindi troviamo questo dato importante sui beni non alimentari.
Gli aumenti maggiori riguardano, come per il mese di agosto, dotazioni per l’informatica,
telecomunicazioni, telefonia (+10,6%) e utensileria per la casa e ferramenta (+7,2%). Le flessioni più
marcate si evidenziano, invece, per calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-8,7%), giochi, giocattoli,
sport e campeggio (-7,2%) e cartoleria, libri, giornali e riviste (-7,1%).
Rispetto a settembre 2020, il valore delle vendite al dettaglio aumenta per la grande distribuzione (+1,4%)
e diminuisce per le imprese operanti su piccole superfici (-0,3%). Le vendite al di fuori dei negozi calano
del 7,0% mentre il commercio elettronico è in sostenuto aumento (+24,9%).