La Statua della Libertà, un simbolo secolare tra bellezza e massoneria

Era il 1865 quando l’intellettuale Édouard Laboulaye, sostenitore appassionato dell’Unione nella Guerra di secessione americana, sostenne quanto fosse importante la costruzione di un monumento come ponte tra la Francia e gli Stati Uniti. A causa del regime soffocante di Napoleone III, Laboulaye contattò il Khedivè d’Egitto per progettare una monumentale opera che raffigurasse un grande faro in forma di una donna egiziana vestita che portasse in alto una torcia. Dopo tale proposta vennero realizzati molti schizzi e progetti per la costruzione di Suez e si decise di optare per un’antica e affascinante statua in bronzo che rappresenta Hélios (Dio Sole). Scelta non causale in quanto il sole, nella raffinata simbologia massonica, rappresenta la divinità suprema per eccellenza come ben sapeva Bartholdi, progettista, membro della nota setta.

Situata nella Liberty Island, proprietà del Governo Federale degli Stati Uniti d’America dal 1800 al 1944, attualmente è gestita dal National Park Service. Dista pochissimo dalle tristemente note Ellis Island, porto di milioni migranti che dal XIX al XX secolo si spostarono in cerca di fortuna, la Liberty Island è poco spesso sotto i riflettori per ragioni tutt’altro che turistiche. Avvolta dalle affascinanti acque del fiume Hudson, proprio al centro di Manhattan, la Libertà più amata al mondo nasconde storie dal sapore occulto e misterioso. Con un’altezza pari a 93 metri, facilmente visibile anche a 40 chilometri di distanza, essa è una giunonica donna che indossa una lunga toga, e sorregge sulla sua mano sinistra una fiaccola del fuoco eterno e alla destra un libro contenente la data dell’indipendenza americana (4 luglio 1776). Ai piedi sono raffigurate delle catene spezzate simbolo della rottura con il dispotismo dell’epoca, sul capo poggia fieramente una corona con sette punte che rappresentano i sette mari.

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I lavori cominciarono nel 1874 e durarono per nove anni, fino al 1883, grazie ai sostenimenti finanziari della Fondazione Franco-Americana.
Il 5 agosto 1884 i fratelli massoni riuscirono a porre la pietra angolare, base del piedistallo, atto che venne compiuto nel pieno della tradizione massonica. Secondo la storia tradizionale della massoneria la Statua della Libertà simboleggia la Regina Semiramide nonché Iside.

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Iside alata

La torcia della Statua possiede una simbologia inquietante in quanto per i satanisti rappresenta la vittoria dell’anticristo su Gesù Cristo alla battaglia di Harmaghedon. Dovremmo fare un piccolo tuffo alla mitologia greca precisamente a Prometeo, il primo portatore della torcia, che poi rubò il fuoco agli dèi dell’Olimpo per donarlo agli esseri umani. In moltissima   letteratura esoterica Lucifero viene impersonificato a Prometeo ma anche gli illuminati seguono questa iconografia.

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Prometeo ruba il fuoco, 1817, nell’interpretazione di Heinrich Friedrich Füger

Il 5 agosto 1984 fu aggiunta alla base della statua una targa dedicata dai massoni di New York per il centenario dalla costruzione del monumento.

La Statua della Libertà in realtà non è l’unica al mondo ne esistono altre due in Francia: la prima si trova dentro al Jardin du Luxembourg a Parigi, la seconda è molto più altra rispetto alla precedente (11,50 metri) ed è vicino al Ponte Grenelle sull’Île des Cygnes nei pressi del laboratorio di Monsieur Bartholdi.

 

Questo è uno dei tanti casi in cui l’arte e la politica si mescolano in modo sublime e intelligente da risultare quasi impercettibile dall’occhio popolare e non educato alla lettura dei simboli esoterici massonici.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.