L’influenza si combatte con il sole e la vitamina D

La vitamina D fa bene: ecco perché

Un recente studio pubblicato sulla celebre rivista Epidemiology and infection dimostra che le influenze stagionali sarebbero causate anche da una minore esposizione al sole. La ridotta esposizione ai raggi solari determina anche un’inevitabile riduzione della produzione di vitamina D. Statisticamente parlando è quasi certo che al presentarsi dei primi freddi invernali molti soggetti contraggono l’influenza stagionale. Sono anni ormai che la comunità scientifica si chiede il motivo, scientifico, per il quale tutto ciò accade ciclicamente da migliaia di anni ormai.

L’interrogativo non è scevro di conseguenze pragmatiche e concrete. Capire infatti il motivo che ci rende vulnerabili potrebbe aiutare a salvare moltissime vite. Non tutti sanno infatti che ogni anno a causa delle influenze stagionali perdono la vita ben mezzo milione di persone nel mondo. 

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Lo studio in questione sembra dimostrare che il fenomeno che ci rende vulnerabili, specialmente in inverno, alle influenze sia la vitamina D. Questa è una vera e propria sostanza chimica steroidea che pone in essere un ruolo fondamentale nel metabolismo osseo, e non solo. È stato dimostrato che nel periodo invernale, il livello di vitamina D presente nell’organismo si abbassa in modo esponenziale e questo pone dei rischi a livello immunitario. 

Lo studio condotto dall’Università di Torino per contrastare il Covid-19

Secondo un recentissimo studio condotto dall’Università degli studi di Torino, occorre assumere molta vitamina D per contrastare il Coronavirus. Lo studio (raccolta di documenti scientifici e studi condotti dalla comunità scientifica) è stato realizzato dai docenti Giancarlo Isaia e Enzo Medico. In questi giorni è stato sottoposto al vaglio dei soci dell’Accademia di Medicina di Torino. Ovviamente lo studio non vuole risolvere il problema Covid-19 attraverso l’assunzione di vitamina D, per debellare il virus infatti occorre un vaccino ad hoc. La “cura” basata sulla vitamina D determina invece una notevole riduzione dei fattori di rischio nel contrarre la patologia.

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L’intuizione è nata dagli studi condotti sul sangue dei positivi al Covid-19, tutti infatti sono legati da un filo rosso. Tutti gli infetti hanno un tasso di vitamina D nel proprio corpo molto basso. Non a caso tra i primi soggetti a risultati positivi al Covid-19 la maggior parte erano proprio anziani e bambini. Le cause possono essere molteplici, alimentazione errata, non esposizione ai raggi del sole in modo adeguato ecc. Ovviamente tutto ciò non significa che avere una buona percentuale di vitamina D nel proprio corpo vi renderà immuni dal virus.

Essa, insieme agli altri strumenti come igienizzanti mani, mascherine, distanza di sicurezza, è uno strumento di prevenzione e non di cura. Purtroppo fino a quando non verrà sintetizzato un vaccino non è possibile parlare di cure ma solo di strumenti volti a reprimere il più possibile i contagi. Lo strumento più utile in tal senso è ovviamente quello di non uscire di casa se non per vere necessità. Solo così è possibile ridurre al minimo i rischi di contagio. 

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I cibi ricchi di vitamina D

Alla luce di tutto ciò che si è detto sopra, si consiglia di consumare alimenti ricchi di questa preziosissima vitamina. Questa infatti permette di avere uno stile di vita sano ed equilibrato, fattore oggi essenziale. La carenza di questa vitamina nell’organismo potrebbe esporre a potenziali rischi ulteriori di contrarre il Coronavirus. 

Secondo autorevoli studi sembra che i 15 alimenti più ricchi di vitamina D siano:

  • Salmone
  • Sardine
  • Crescione
  • Tarassaco
  • Basilico
  • Olio di fegato di merluzzo
  • Funghi
  • Latte di soia
  • Latte vaccino
  • Tonno
  • Ostriche
  • Gamberi
  • Tuorlo d’uovo
  • Farina d’avena
  • Cicoria

È fondamentale quindi, per avere un indice di vitamina D adeguato, alternare la propria alimentazione con pesce, carne vegetali ecc. solo un’alimentazione variegata e non settoriale vi potrà garantire un’assunzione idonea della preziosa vitamina D.

Un altro metodo per assumere la vitamina D è l’assunzione di specifici integratori. In commercio ne esistono in svariati tipi, in gocce, capsule polvere ecc. in luogo a questi si potrebbe pensare di assumere cereali fortificanti, come quelli utilizzati per la colazione, ricchi di vitamina D2. In fine è bene sottolineare che la vitamina D non si assume solo attraverso l’alimentazione, è possibile assumerla infatti anche mediante la luce del sole. È consigliabile infatti esporsi per 40 minuti al giorno ai raggi solari durante il periodo estivo in modo da farne sorta anche per l’inverno.