Il consumo di acqua nei data center alimentati da avanzati sistemi di intelligenza artificiale, come ChatGPT, è in crescita. Ogni 20-50 domande poste dagli utenti richiedono fino a 500 ml d’acqua per il raffreddamento. Questo impatto idrico è diventato significativo, soprattutto con la popolarità di ChatGPT che ha raggiunto 100 milioni di utenti in due mesi. Microsoft ha registrato un aumento del 34% nel consumo idrico nei suoi data center, mentre Google ha visto un aumento del 20%. Gli utenti spesso ignorano quest’aspetto, ma l’impatto è visibile con alcune infrastrutture idriche locali che chiedono limitazioni a Microsoft. L’efficienza energetica e idrica dell’IA è una sfida da affrontare.
Lo studio dall’università della California
I dati arrivano da un rapporto sull’ambiente proprio di Microsoft che ha finanziato la società creatrice di Chat GPT, sono stati studiati anche gli impatti idrici di Bing AI, la nuova funzione del motore di ricerca del colosso Redmond. L’impatto sull’ambiente dei nuovi assistenti virtuali è stato studaito dai ricercatori dell’Università della California, Riverside. Lo studio verrà pubblicato online a fine anno.
Esempi pratici per una maggiore consapevolezza
Anche Google è stata registrata, dal 2021 c’è stato un aumento di consumo di acqua del 20%. Con esempi pratici, dal 2021 al 2022 l’aumento del 34% di consumo di acqua per l’AI corrisponde a 2500 piscine olimpioniche.
Il team di Ren racconta che l’acqua estratta e consumata da ChatGPT proviene dallo spartiacque dei fiumi Raccoon e Des Moines, vicino a distese di campi di grano. Con l’acqua di questi fiumi viene raffreddato il supercomputer.
C’è un altro dato importante, ChatGPT-3 è un sistema AI ad istruzione, ebbene il suo addestramento è costato ben 700.000 litri di acqua dolce. Una semplice conversazione con ChatGPT equivale ad una bottiglia d’acqua, considerate però quante conversazioni un solo utente può avere durante l’anno con l’AI che aiuta a svolgere tanti compiti, quanti utenti utilizzano nel mondo ChatGPT.