Mirco Tritta, il collezionista delle emozioni: Quando il mio cuore si collega con la mia macchina fotografica.

Mirco ne diventa custode, accarezza con leggerezza le anime delle persone e destina loro un posto nell’olimpo della storia.

Il collezionista delle emozioni, il pittore dei sentimenti e il cantore della vita, così oserei definire Mirco Tritta, fotografo andriese che ho avuto l’immenso piacere di conoscere in quel di Lourdes.

Ed è proprio da Lourdes che Mirco ha riscritto la sua storia. È in quel luogo incrocio tra Cielo e Terra che Mirco è rinato come araba fenice infiammato dall’amore di una Mamma che per ben 18 volte bussò alle porte del cuore di una giovane pastorella e a lei mostrò la strada che porta al Maestro della vita, all’inguaribile romantico dell’umana stirpe.

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Non sono semplicemente fotografie, quelle realizzate da Mirco nella sua illustre e ultima collezione, ma sono frammenti di vita, pezzi di puzzle che si ritrovano e si intersecano tra loro, sono l’incanto e lo stupore, il confine tra la speranza e la certezza, tra il coraggio e il desiderio.

Le immagini narrano, si raccontano. Chiudendo gli occhi percepiamo il dolce fluire dell’acqua della sorgente, essenza stessa di vita, elemento essenziale per la sopravvivenza e il tocco leggero di un soffio di vento che come una mamma accarezza e dona ristoro.

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La Grotta diventa riparo, braccia calde in cui addormentarsi sereni e senza paura.

Nell’incavo della Grotta ritroviamo la luce di una candela e la mano tremante che la tiene. Mirco lascia parlare i suoi occhi che cercano risposte; le sue mani che si aggrappano a qualcosa per non cadere nel baratro.

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Volti senza nome, storie di uomini e donne mai stanchi di camminare perché animati da un fuoco che brucia dentro.

Le immagini scorrono e con loro tutto il carico dei bagagli di vita dei soggetti immortalati. In fondo la vita non è altro che lo scorrere di un fiume, placido o tempestoso, irruento a volte ma pur sempre una dolce culla alla quale affidare il messaggio della nostra esistenza chiusa in una bottiglia che la porterà lontano verso luoghi infiniti.

Le fotografie sono immortali, restano per sempre, scolpite sul manto innevato di pagine che racchiudono frammenti della nostra esistenza.

E così Mirco ne diventa custode, accarezza con leggerezza le anime delle persone e destina loro un posto nell’olimpo della storia.

In questo viaggio spazio-temporale ritroviamo noi stessi, nell’ultimo tramonto di un attimo eterno, rivediamo il volto materno e come la piccola Bernadette ci lasciamo travolgere e stravolgere in una cornice di colori impressi sulla tela del cielo.