Sapete come viene imbottigliata l’acqua? Chi lo ha scoperto è rimasto spiazzato dalla verità tanto da boicottare le confezioni venduta nei supermercati per preferire l’acqua del rubinetto. La plastica usata ha conseguenze ancora peggiori di quelle conosciute. Tutti sappiamo che i contenitori vuoti sono un pericolo per il nostro pianeta.
In Italia ogni anno vengono immesse al consumo circa 11 miliardi di bottiglie in plastica per acqua minerale e altre bevande. Di queste il 60% non viene riciclato con conseguente dispersione nell’ambiente e nei mari. Ma c’è di più. Un litro medio di acqua in bottiglia contiene circa un quarto di un milione di frammenti di nanoplastica. E non è nemmeno questo il reale problema.
Bottiglie d’acqua con nanoplastica, pericolo per l’uomo?
Un nuovo studio PNAS ha confermato la presenza di frammenti di nanoplastica nelle bottiglie d’acqua. I ricercatori della Columbia e della Rutgers University in America hanno analizzato cinque campioni di tre differenti marchi comuni di acqua in bottiglia. I risultati hanno rivelato livelli di nanoplastica compresi tra 110 mila e 400 mila per litro. La maggior parte della plastica, poi, proviene dalla bottiglia stessa.
Che effetti ha sulla salute delle persone? Al momento non è nota alcuna correlazione tra l’ingestione di questa nanoplastica e un aumento del rischio per la salute. Alcuni ricercatori sono convinti che la microplastica ingerita non causi problemi perché transita nell’intestino venendo poi espulsa tramite le feci.
Cos’ha, dunque, indispettito tanto i consumatori?
Sembrerebbe che la quantità di acqua utilizzata per produrre la bottiglia sia superiore di sei/sette volte rispetto alla quantità presente dentro la bottiglia. Uno spreco esagerato a cui si aggiunge il consumo di 17 milioni di barili di petrolio per la produzione delle bottiglie vendute in un solo anno.