Spinacine AIA, ritiro dal mercato

Il cibo che mangiamo è davvero sicuro?

Le famose spinacine AIA, protagoniste di molte pubblicità, sono state ritirate dal mercato. L’azienda invita i consumatori che avessero già acquistato un prodotto appartenente ai due lotti interessati a riconsegnare le confezioni ai punti vendita in cui hanno effettuato l’acquisto: gli stessi punti vendita procederanno alla sostituzione o all’eventuale rimborso.

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Questi sono i due lotti incriminati. Se li avete già acquistati riportateli al supermercato per ottenere la sostituzione o il rimborso. In ogni caso i prodotti che fanno parte di questi due lotti non vanno per nessun motivo consumati, ne va della vostra salute. Si consiglia di controllare con la massima attenzione.

La presenza di frammenti di plastica

Possibile presenza di frammenti di plastica: per questo motivo Aia richiama precauzionalmente dal mercato due lotti di prodotti, spinacine e cotolette di tacchino. L’avviso ai consumatori è stato dato dall’azienda e dal Ministero della Salute.

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Il richiamo è stato deciso da Aia a seguito di severe procedure di autocontrollo e riguarda i seguenti prodotti: ‘Spinacine Aia’ da 220 grammi e 440 grammi (lotto 07258020) con scadenza 8 giugno 2019; ‘Bigger Xxl Aia’ da 280 grammi (lotto 07258011) con scadenza 8 giugno 2019. I frammenti di plastica potrebbero essersi staccati dal macchinario che prepara questo tipo di prodotti; pericolosi pezzi di plastica sarebbero così finiti nelle spinacine e nel bigger xxl.

Allarmi alimentari

In ogni caso sono già tanti, forse troppi, gli allarmi che vengono dal settore alimentare e che rischiano di trasformare pranzi e cene in tragedie.

E sono soprattutto i prodotti stranieri a causare gli allarmi più gravi. Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018, sottolinea la Coldiretti, solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%). In altre parole – precisa la Coldiretti, oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%), dalle nocciole turche al pollo dal Brasile fino alle arachidi dall’Egitto. Prodotti che sono contaminati con sostanze inquinati, trattati con pesticidi tossici, mal conservati, trasportati in condizioni igieniche precarie, …

Per esempio il Marocco è pericoloso per pomodori da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, carciofi, olio di oliva, l’Egitto lo è per fragole, uva da tavola e finocchi, oltre all’olio di oliva dalla Tunisia dove non valgono certamente gli stessi standard produttivi, sociali ed ambientali vigenti in Italia. L’Unione Europea arriva addirittura ad agevolare l’ingresso in Europa del riso dal Vietnam accusato anche di sfruttamento del lavoro minorile. Secondo la Coldiretti il made in Italy è in pericolo.