Voynich, il manoscritto scritto in una lingua sconosciuta: mistero svelato?

Il manoscritto Voynich risalirebbe al '400: l'opera, oltre a presentare un linguaggio misterioso, è caratterizzata da figure inquietanti.

Il Voynich è un manoscritto, presumibilmente del XV secolo scritto in una lingua sconosciuta.

Oltre al linguaggio misterioso, l’opera è caratterizzata dalla presenza di figure inquietanti, il cui reale significato è altrettanto oscuro.

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Cerchiamo di fare un’analisi della situazione, provando a capire il perché della redazione di un testo così bizzarro e, apparentemente, insensato. Finora nessuno è riuscito a decifrare il linguaggio del Voynich, nonostante parecchi studiosi abbiano tentato di svelare l’arcano su tale manoscritto.

Voynich: i tentativi di decifrazione

Esperti come criptografi hanno tentato di decifrare il Voynich, ipotizzando che possa trattarsi di un codice criptografico. Ora come ora, non conosciamo il reale scopo di tale opera in realtà, sempre ammesso ne abbia uno. Probabilmente non è un codice criptografico. I maggiori esperti in tale campo a livello internazione si sono dedicati alla decifrazione del manoscritto. Anche esperti dell’intelligence statunitense. Stiamo parlando di esperti e studiosi di criptografia che erano riusciti a decifrare innumerevoli testi risalenti al medioevo.

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La datazione al carbonio 14

Tramite datazione al carbonio 14 (una procedura di natura prettamente scientifica) sappiamo che il Voynich risale a un periodo compreso tra il 1404 e il 1432. Si tratta quindi di un periodo molto specifico e per quanto riguarda le lingue usate in quel periodo storico, nessun idioma è compatibile con quella con cui il Voynich fu scritto. Come è facilmente intuibile, i precitati studi di criptografia sul manoscritto non hanno dato esiti positivi. Si sono dunque affacciate ipotesi non proprio ortodosse. Ci riferiamo all’ambito del complottismo e delle teorie alternative.

La teorie del complotto

Le teorie del complotto sono tutt’atro fuorché vincolanti, in quanto molto fantasiose. Molte delle tesi più stravaganti si sono create anche riguardo al Voynich. La lingua con cui fu scritta l’opera potrebbe trattarsi di un idioma naturale, poi scomparso. Ma questa è un’ipotesi assai remota. Un’altra teoria è che il Voynich fu scritto da una civiltà molto antica di cui non abbiamo più tracce. E allora, ammesso e non concesso che fosse stato così, chi avrebbe fatto pervenire un intero manoscritto di questa misteriosa popolazione?

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Altre teorie molto fantasiose chiamano in causa gli alieni e cose di questo genere. Tutte teorie campate per aria, promosse da utenti giocherelloni che abitano l’immenso villaggio globale. Affermazioni molto approssimative che, se da un lato fanno divertire, dall’altro contribuiscono alla disinformazione. Fortunatamente possiamo contare anche sul contenuto di discorsi scientifici e il Voinich ne vanta tantissimi. Il manoscritto fu studiato da molti esperti, già a partire dal XVII secolo.

Il manoscritto circola dal 1600

Nonostante sia stato redatto nel XIV secolo, il Voynich circola, ed interesse di studi, dal 1600. Venne poi rinvenuto nel 1912 dall’antiquario polacco Wilfrid Michael Voynich, da cui prende il nome. Voynich acquistò il manoscritto dai gesuiti di Villa Mondragone (del territorio comunale di Monte Porzio Catone, Roma) che vendettero, all’epoca, parte della biblioteca del loro convento a coloro che erano interessati all’acquisto degli antichi libri contenuti in essa. Il Voynich dunque arrivò in America e venne dato in omaggio a una biblioteca pubblica.

Dove si trova l’opera?

Al momento, il manoscritto Voynich si trova presso l’università privata di Yale, situata a New Haven, nel Connecticut. L’università conserva il Voynich come un testo molto prezioso. Bisogna tener presente che se si parla di criptografia (difficilmente il Voynich fu scritto in una lingua naturale) bisogna tener presente che nel corso della storia sono stati risulti tutti i codici criptati risalenti al medioevo. Al momento, pare che solo il Voynich sia l’unico testo di tale epoca che nessuno è ancora riuscito a decifrare.

La possibile soluzione

La soluzione all’enigma più probabile risale da una scoperta recentemente effettuata. Uno studioso italiano di antichi erbari, Sergio Torresella, nel 1996 pubblicò un articolo (il manoscritto di cui parliamo è molto ricco di figure rappresentanti piante) dal titolo “Gli erbari degli alchimisti”. All’epoca Torresella dimostrò scientificamente che nell’Italia settentrionale (ma anche in Austria e in Baviera) durante il XV secolo esistevano alcuni opifici di erbari falsi, che venivano realizzati a puro scopo di imbroglio.

Tali falsi erbari, comunque, sono scritti in linguaggi conosciuti. Nulla toglie, tuttavia, che anche il Voynich sia un manoscritto fasullo, ovvero, un’opera artefatta creata per imbrogliare. È comunque storicamente assodato che questo maniscritto sia stato pagato da Rodolfo II d’Asburgo ben seicento ducati d’oro. Un prezzo altissimo per l’epoca con cui era possibile acquistare un castello imponente, oppure armare un esercito con cui sarebbe stato possibile conquistare un’intera regione. Alla fine furono soldi spesi bene se consideriamo che il manoscritto, al di là della sua vera natura, è esteticamente bellissimo.

Il lavoro di Reiner Hannig

Dopo anni e anni di mistero, sembra che qualcuno possa dare un’importante contributo alla risoluzione del Voynich. Stiamo parlando dell’egittologo tedesco Rainer Hannig, del Roemer- und Pelizaeus Museum di Hildesheim. Secondo un articolo pubblicato sul Giornale dell’arte il 20 giugno 2020, Hannig pensa di essere riuscito a scoprire il mistero che si cela dietro il manoscritto. Il linguaggio sarebbe basato sull’ebraico. Scrive l’egittologo, all’interno di un articolo tedesco che esplica il suo metodo di lavoro: “Sono stati intrapresi innumerevoli tentativi di decifrazione. Sono state proposte molte lingue, come il latino, il ceco o, tra gli altri, il nahuatl (parlato dagli aztechi), solo per citarne alcune… La struttura delle parole lascia una sola possibile spiegazione: il manoscritto non era composto in una lingua indoeuropea”. È probabile che la scrittura del Voynich derivi dalla lingua semitica (arabo, ebraico o aramaico).

Ringraziamo il canale Youtube Cultura e libri per le preziose informazioni.

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