2020 anno terribile per le industrie, segno meno anche per farmaceutica di base

I dati destagionalizzati consentono di analizzare l'andamento di industria ed economica al di là dei fattori stagionali e di calendario. Con questo calcolo l'Istat ha di nuovo valutato lo stato di salute delle nostre industrie, ci ha colpito come la pandemia abbia compromesso negativamente anche il settore farmaceutico

L’Istat ha pubblicato i nuovi dati sulla produzione industriale, il Covid ha creato una chiusura in diminuzione per il 2020 dell’11,4%.

Gli esperti lo definiscono come il secondo peggior risultato dall’inizio della serie storica iniziata nel 1990. Il momento peggiore da quel decennio è stato registrato nel 2009, anno difficilissimo perché seguiva la crisi finanziaria strutturale del 2008 iniziata dagli Stati Uniti.

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I dati riportano che la flessione si è estesa a tutti i principali raggruppamenti di industrie, fortemente colpita la produzione di beni di consumo come ha più volte rilevato l’ente statistico.

Cosa sono i dati destagionalizzati e cosa ha calcolato l’Istat

Il Sole24ore ci spiega che cosa sono i dati destagionalizzati: dati depurati mediante apposite tecniche statistiche da fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale e anche dagli effetti del calendario. La prima nota dell’Istat riporta questa percentuale: a dicembre 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,2% rispetto a novembre. Nella media del quarto trimestre la flessione è dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.

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L’indice destagionalizzato mensile, sotto il mese di Natale e nel periodo più freddo dell’anno, ha rilevato l’aumento congiunturale per l’energia (+1,8%) e un modesto incremento per i bene intermedi +1,0%. Diminuiscono invece i beni strumentali e di consumo.

Togliendo quindi anche gli effetti del calendario (ciò fa parte del calcolo destagionalizzato) si arriva all’aumento tendenziale dei beni intermedi e una flessione ancora più ampia per beni di consumo (-9,8%) e gli aggregati tra i quali l’energia che prima avevamo visto in flessione.

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Industria 2020: quali settori sono cresciuti e quali sono scesi

Ecco i settori di attività economica che hanno avuto maggiori incrementi:

  • fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+10,9%);
  • fabbricazione di prodotti chimici (+7,5%);
  • fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,8%).

Ecco invece le industrie che secondo l’Istat sono scese:

  • tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%);
  • fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%);
  • fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%).
Credit Photo Istat

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter