Abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso: rischi una truffa

L'avvertimento via WhatsApp di non abbreviare mai la data 2020 nei documenti ufficiali non è un consiglio legale ma un suggerimento di buon senso.

Abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso perché rischi una truffa e l’avvertimento via WhatsApp ha un fondo di verità con contorni da fake news.

Abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso: rischi una truffa. Ma a certe condizioni

La notizia rilanciata da Huffington Post riguarda un allerta via WhatsApp che invita gli utenti a non abbreviare mai la data 2020 sui documenti ufficiali.

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Si tratta, in pratica, di un avvertimento per tutelare i contribuenti che ingenuamente potrebbero diventare vittime di frode. 

Il rischio potrebbe essere quello di abbreviare la data 2020 semplicemente con le ultime due cifre alle quali un malintenzionato, potrebbe, in effetti, aggiungerne un altra falsandola completamente.

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Di conseguenza, l’aggiunta ad esempio del numero 19, trasformerebbero la data di quest’anno in quella dell’anno scorso con conseguenze imprevedibili, specie a livello fiscale.

La notizia, tuttavia, è una sorta di fake news perché viene presentata come se fosse una consulenza legale a tutti gli effetti mentre, in realtà, parte dall’iniziativa di un singolo e non ha alcun valore vincolante.

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Abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso: rischi una truffa. Ma serve un chiarimento.

A dire il vero, la notizia che abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso perché rischi una truffa non va presa alla lettera e merita, almeno parzialmente, di essere smascherata per ridimensionarla al suo vero significato.

A questo riguardo, è intervenuto il sito Bufale.net che s’incarica da tempo di dare la caccia alle fake news in rete.

Nel caso specifico, partiamo dal testo originale comparso via WhatsApp:

Consulenza legale per il 2020. Quando scriviamo una data nei documenti, durante quest’anno è necessario scrivere l’intero anno 2020 in questo modo: 31/01/2020 e non 31/01/20 perché è possibile per qualcuno modificarlo in 31/01/2000 o 31/01/2019 o qualsiasi altro anno a convenienza.

Questo problema si verifica solo quest’anno. Stare molto attenti! Non scrivere o accettare documenti con solo 20. Fate girare questa utile informazione”.

Abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso: rischi una truffa. La spiegazione di Bufale.net

Il sito Bufale.net ammette che ogni documento può essere modificato con una sufficiente volontà di delinquere e cita, infatti, il sito americano Snopes, specializzato nel confutare notizie false via mail sotto forma di catene di Sant’Antonio.

Quindi il rischio effettivamente esiste, ma attenzione perché occorre sempre discernimento per evitare allarmismi.

In realtà, esistono mezzi legali per disconoscere documenti alterati o sospetti che potrebbero danneggiarci. In ogni caso, scrivere la data per intero è senza dubbio una buona idea perché mette al riparo da rischi.

L’informazione, spacciata per consiglio legale, al contrario, è criticabile perché serve solo a influenzare, magari in buona fede, i navigatori a cautelarsi ad ogni costo.

In altre parole, spetta al giudizio del singolo mettere in pratica o meno quello che, in fin dei conti, è comunque un buon consiglio basato su semplice prudenza.

La zona grigia tra fake news e allarmismi gratuiti

La rete ci pone quindi un problema nuovo che dobbiamo considerare, perché le attuali fake news sono un’evoluzione su larga scala delle vecchie leggende metropolitane.

In pratica, si rafforza un concetto, tendenzialmente sensato e magari anche utile a fini educativi, con esempi che prospettano immancabilmente conseguenze catastrofiche se lo ignorassimo.

Un caso tipico era quello di spaventare un bambino dicendogli di non allontanarsi, altrimenti sarebbe stato certamente rapito e non avrebbe più fatto ritorno a casa.

E’ un esempio di come un avvertimento, tendenzialmente giusto, sia presentato come una catastrofe annunciata, anziché fare ragionare il piccolo sulla necessità di non allontanarsi dagli adulti, per evitare ragionevolmente potenziali rischi.

La battaglia di Bufale.net e Snopes

Bufale.net e Snopes contrastano questa tendenza a imporre la paura irrazionale al posto della persuasione che aiuta a mettere in guardia, ma sempre con buonsenso.

In particolare, la notizia in questione sul rischio di incorrere in problemi con l’abbreviazione della data non parte da associazioni e ordini forensi, quindi non è, in ogni modo, una consulenza legale.

Si tratta, in altre parole,  di un consiglio del quisque populi, cioè dell’uomo qualunque che ammanta di legalità una buona pratica suggeritagli dall’esperienza.

L’approccio pratico, del resto, suggeriva di scrivere in passato il voto sei in pagella apponendo il segno grafico sex, che non aveva alcun riferimento sessuale, ma impediva a qualche studente furbastro di sostituire la i finale con una t e trasformarlo in sette.

I potenziali rischi dell’abbreviazione della data 2020

Chiarito quindi che non si tratta di un suggerimento legale, il consiglio di non abbreviare la data 2020 è comunque utile per scoraggiare alcune truffe che non si possono escludere a priori:

  • Possibilità di aggiungere degli zeri a un bilancio o prospetto paga
  • Modificare le ricevute online di pagamenti fiscali con un programma di editing testo
  • Utilizzare questi trucchi per esibire documenti truffaldini, utili a ottenere prestiti non dovuti o versamenti altrettanto illegali.

Dal momento che carta canta, è doveroso salvaguardare sempre i propri interessi sui documenti ufficiali, ecco perché abbreviare la data 2020 sui documenti è pericoloso e si rischia d’incappare in una truffa.

Occhio però alle esagerazioni che possono trasformarsi in fake news allarmistiche, specie se hanno riferimenti legali di fatto inesistenti, ma mai perdere di vista la prudenza. A buon intenditor…


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