Alcolismo: rischi cause ed effetti

Come riconoscere una dipendenza da alcolici? Le cause, i richi e i consigli per affornarla

Cos’è l’ alcolismo?

L’alcolismo è la forma più grave di consumo alcolico compulsivo, e descrive un forte, spesso incontrollabile, desiderio di bere.

Chi soffre di alcolismo spesso pone il bere al di sopra di tutti gli altri obblighi, compresi il lavoro e la famiglia, e può sviluppare una tolleranza fisica all’alcool o sperimentare sintomi di astinenza se privato della sostanza.

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L’alcolismo, si differenzia dal normale consumo di alcolici ricreativo, da una smodata compulsione a farne a uso e da una scarsa percezione della realtà, alterata dal perenne stato di alterazione psicologica.

Si stima che attualmente, circa il 76% della popolazione totale del pianeta faccia uso di alcolici a scopo ricreativo e di questi, stando agli ultimi studi, pare che il 13% rientri nella categoria degli alcolisti.

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I sintomi dell’alcolismo

Può essere difficile individuare i segni dell’alcolismo in quanto gli alcolisti possono essere reticenti a riguardo e spesso si alterano se si sentono giudicati sull’argomento.

Una delle caratteristiche che accomuna tutte le dipendenze è infatti una prima fase di negazione, dove il soggetto, volontariamente o meno, nega anche le evidenze del suo problema.

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Tuttavia, qualora si denotino, due o più dei seguenti sintomi contemporaneamente, è molto facile trovarsi davanti a casi di alcolismo più o meno gravi:

  • Mancato interesse per attività precedentemente normali
  • Persistenza dell’effetto psicotropo oltre la norma
  • Necessità di bere di più per ottenere gli stessi effetti
  • Aspetto stanco e perennemente “malato”
  • Incapacità di rinunciare all’alcool anche se non ci si sente bene.
  • Ansia, depressione o altri problemi di salute mentale
  • Umore scontroso, irritabile e schivo senza nessuna ragione di fondo.

Trattamenti in caso di alcolismo

In molti casi, il primo passo da affrontare dell’alcolismo è riconoscere di avere un problema.

Molto spesso infatti chi è vittima di dipendenze da sostanze (alcoliche o stupefacenti) tende a nascondere il problema, nei casi più gravi anche a se stesso, negando l’evidenza e arrivando anche all’isolamento totale.

Come con quasi tutte le dipendenze, il secondo passo è quello di cercare aiuto da un professionista sanitario, come il vostro medico di base o tramite le associazioni specializzate.

Quello che però va sottolineato, è che in nessun caso il problema va sottovalutato o cercato di gestire autonomamente.

I danni fisici prodotti da uno smodato uso di alcolici possono essere molto gravi se non trattati per tempo, così come le conseguenze psicologiche e sociali.

Disintossicazione dall’ alcolismo

La disintossicazione medica è spesso il luogo di partenza sulla strada per il recupero da una dipendenza da alcolici.

Si tratta di un processo che fornisce, tramite supervisione medica, farmaci per aiutare a contrastare e limitare i sintomi da astinenza.

Può essere sgradevole e potenzialmente pericoloso, in base alla gravità del problema si può andare da side effects quasi innocui fino a complicazioni molto gravi.

Secondo la Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), l’ospedalizzazione o comunque una qualche forma di assistenza h24, è consigliata per le persone che si stanno disintossicando o cercano di uscire dalla dipendenza.

Anche se l’astinenza da alcol può essere molto dolorosa e tendenzialmente sgradevole, è salvo rarissimi casi, quasi sempre NON mortale.

Alcolismo e riabilitazione

Esiste un’ampia gamma di opzioni terapeutiche per il trattamento dei disturbi legati al consumo di alcol.

Coloro che scelgono un centro di trattamento ospedaliero soggiornano all’interno di una struttura residenziale per tutta la durata del trattamento e ricevono assistenza e monitoraggio 24 ore su 24.

Diversi tipi di strutture specializzate offrono vari comfort e servizi e includono una varietà di programmi di recupero, come la consulenza individuale e di gruppo, o il supporto psicologico in sede.

Si evidenzia come il tasso di ricaduta sia decisamente inferiore nei casi trattati tramite centri specializzati, piuttosto che in quelli gestiti a casa.

Alcuni casi, richiedono soggiorni residenziali a lungo termine, anche nell’ordine dei 3-6 mesi, mentre altri, generalmente i casi meno acuti e consolidati, riesco a riabilitarsi con periodi più brevi nell’ordine delle 2-4 settimane.

A livello ambulatoriale, è invece possibile rivolgersi al proprio medico di fiducia, allo psicologo o anche alle strutture ospedaliere, per avere un consulto medico e per iniziare una eventuale terapia.

Il consiglio generale, è di non cercare mai di fare tutto da soli, soprattutto nei casi più gravi e reiterati.

Assistenza post-trattamento

La ripresa non finisce una volta che il trattamento è completo, piuttosto, si dovrebbe iniziare un processo lungo, anche tutta la vita, che richiede impegno, pazienza, auto-integrazione, e supporto continuo.

Per questo motivo il supporto dopo la disintossicazione è un passo importante, che permette di ottenere sostegno e che può aiutare gli individui a rimanere sobri ed evitare ricadute.

Secondo Recenti sondaggi Istat, l’84% delle strutture di trattamento offre anche servizi di assistenza post-assistenza.

Alcuni dei servizi di post-assistenza più comunemente utilizzati includono:

  • Incontri di gruppo con specialisti, come gli Alcolisti Anonimi.
  • Consulenze individuali.
  • Terapie sportive e/o di reinserimento sociale e lavorativo.
  • Gruppi di autoaiuto e lavoro collettivo.

In alcune città (questo fenomeno all’estero è molto più diffuso) offrono un servizio aggiuntivo chiamato “abitazioni sobrie”.

Si tratta di alloggi comuni, messi a disposizione talvolta dal comune, altre da strutture private, dove vengono fatti convivere, sotto promessa di sobrietà assoluta, due o più ex alcolisti.

I dati a tal proposito sono incoraggianti, e pare che il sistema aiuti davvero, grazie alla convivenza sociale e al confronto, sia a rimettersi “in piedi” sia ad evitare di ricadere nella dipendenza.

Trattamento farmacologico

Per prevenire le recidive, accanto agli interventi di psicoterapia e al counseling, possono essere utilizzati una serie di supporti farmacologici:

  • disulfiram (un farmaco che interferisce con il metabolismo dell’alcol, provocando nausea e forte malessere alla persona che assume alcol mentre è in terapia con questo farmaco)
  • naltrexone
  • acamprosato
  • metadoxina
  • nalmefene cloridrato
  • sodio oxibato
  • ntidepressivi della classe SSRI (inibitori selettivi del reuptake della serotonina).

(Lista tratta dal sito del ministero della Salute)

Diagnosi medica

A livello medico, si può parlare di alcolismo quando tre o più dei seguenti sintomi sono presenti contemporaneamente per almeno 12 mesi.

  • Desiderio compulsivo di bere alcolici
  • Incapacità di interrompere il consumo fino ad avere la nausea o a svenire
  • Diminuzione dei sintomi in assenza di alcool
  • Forte tolleranza alle sostanze alcoliche
  • Insistenza nel consumo di alcolici nonostante i problemi e i sintomi

Ci sono diversi metodi di trattamento utilizzati, nei casi di diagnosi di alcolismo, ma una fase chiave del trattamento, di solito affrontata per prima, è sempre la disintossicazione.

Disintossicarsi, comporta la rinuncia completa agli alcolici, in modo che il corpo possa recuperare la propria omeostasi e smaltire gli accumuli di scorie.

Durante questo fase, è molto comune che il soggetto alcolista, cada in crisi di astinenza, sia fisica che psicologica.

Trattamenti psicologici e sociali

Uno dei maggiori danni, legati all’alcolismo, è proprio il danno psicologico e il disagio sociale ad esso legato.

Un altro punto fondamentale infatti, in merito alla cura della dipendenza è il supporto psicologico nel paziente e il suo reintegro sociale.

In base alle tutele mediche offerte nelle varie nazioni, si passa da gruppi di aiuto collettivo, fino a veri propri progetti di reinserimento sociale guidato.

Statistiche di consumo mondiali

Secondo il National Survey on Drug Use and Health (NSDUH), il 51% della popolazione di età compresa tra i 12 e i 75 anni, ha riportato almeno un episodio di abuso di alcolici nel corso dell’ultimo mese.

Si definisce abuso di alcolici, quando si sono in una singola occasione consumate più di 5 bevande per gli uomini e più di 4 per le donne, in una singola occasione nel corso di un mese.

Consumo compulsivo invece quando questa situazione di abuso, viene replicata per almeno 3/4 giorni sempre nel corso della mensilità.

La maggior parte degli abusi di alcolici ( o anche di consumo compulsivo vero e proprio) si verificano tra le persone di età compresa tra 18e i 34 anni, con indice due volte maggiore negli uomini piuttosto che nelle donne.

Dei casi esaminati, 1 su 5 adulti, risultano fare abuso di alcool (quindi dalle 4/5 bevande in su), almeno una volta a settimana se non addirittura più spesso.

Sempre lo stesso studio, ci indica che, in caso di utilizzo così frequente e continuativo, il tasso di caduta in fenomeni di dipendenza, è del 63%.

Effetti a breve e lungo termine

Gli effetti fisici a breve e lungo termine associati alla dipendenza (e all’abuso)di sostanze alcoliche possono includere:

  • Problemi cardiaci come cardiomiopatia (ingrossamento, muscolo cardiaco inefficiente), aritmie (battito cardiaco irregolare), pressione alta, e ictus.
  • Malattie del fegato, tra cui steatosi (fegato grasso), epatite alcolica, fibrosi, cirrosi, e carcinoma epatocellulare.
  • Problemi pancreatici come la pancreatite, una condizione infiammatoria acutamente dolorosa che può progredire ad una malattia cronica.
  • Pancreatite può influenzare una serie di funzioni pancreatiche, compreso il normale rilascio di enzimi digestivi.
  • Alcuni tipi di cancro, tra cui cancro alla testa e al collo, cancro esofageo, cancro al fegato, cancro al seno e cancro colorettale.
  • Un sistema immunitario indebolito, che può aumentare il rischio di infezione e contrazione di malattie come la polmonite.

Potenziali effetti psicologici e cognitivi a breve e lungo termine associati ad uno smodato consumo di alcolici includono:

  • Problemi cognitivi, come perdita di memoria o problemi di pensare chiaramente.
  • Blackout (periodi di tempo in cui non è possibile ricordare gli eventi).
  • Gravi danni cerebrali e disturbi come la sindrome di Wernicke–Korsakoff, che porta alla confusione, disfunzione del nervo ottico, profondi deficit di movimento, e problemi di richiamo della memoria e consolidamento.
  • Disturbi dell’umore, come disturbo depressivo maggiore o disturbo bipolare.
  • Disturbi d’ansia, specialmente disordini di panico e fobia sociale.

Sindrome “feto alcolica”

La sindrome feto alcolica è la più grave delle patologie del feto indotte dal consumo di alcol durante la gravidanza.

E’ abbastanza diffusa, e si stima che il rapporto di neonati affetti sia di circa il 16% rispetto al totale delle partorienti che manifestano dipendenze.

Ha una prevalenza, nella popolazione occidentale, di 1-3 casi per 1.000 nati vivi, mentre l’incidenza di FAE (effetti singoli dell’alcol sul feto) è pari ad almeno 10 casi per 1.000 nati vivi.

Il bambino con sindrome feto alcolica presenta:

  • Deficit della crescita pre e/o postnatale (peso corporeo, lunghezza e circonferenza cranica <10° centile corretto per l’età)
  • Caratteristiche e anomalie cranio-facciali (almeno 2 su 3): microcefalia, microftalmia e/o rima palpebrale breve, scarso sviluppo del filtro e labbro superiore sottile, appiattimento dell’area mascellare
  • Disfunzioni del sistema nervoso centrale: anomalie neurologiche (irritabilità nell’infanzia, iperattività nell’adolescenza), ritardo di sviluppo neurologico, alterazioni cognitive (ritardo mentale da lieve a moderato).

Avvelenamento da alcool

L’avvelenamento da alcol può verificarsi quando si ingerisce troppo alcool rispetto alla nostra tolleranza, oppure se lo si assume troppo.

Le conseguenze, includono livelli molto alti di alcol nel sangue che compromettono il controllo cerebrale delle funzioni vitali come la respirazione, la frequenza cardiaca, e la temperatura corporee.

Nei casi più gravi, si rischiano condizioni di coma (coma etilico) che possono addirittura condurre alla morte per avvelenamento da alcool.

Non è una condizione rara, soprattutto quando viene raggiunta mediante assunzione molto rapida di discreti quantitativi di alcool, molto più rara invece quando si sviluppa in forma cronica per un continuo e costante abuso.

Gli individui che ingeriscono quantità letali di alcol spesso cessano di respirare per periodi più o meno prolungati, simili a fenomeni di apnea notturna.

Anche coloro che sopravvivono, rischiano di subire danni irreversibili al cervello, causati da una mancanza prolungata di erogazione di ossigeno.

Chiaramente, nei casi di dipendenza, il rischio di avvelenamento da alcool aumenta notevolmente rispetto ai casi isolati.

I segni e sintomi di avvelenamento da alcol possono includere:

⦁ Confusione mentale
⦁ Stupore.
⦁ Coma.
⦁ Incapacità alla veglia
⦁ Vomito.
⦁ Convulsioni.
⦁ Respirazione lenta (meno di 8 respiri al minuto) o irregolare (10 secondi o più tra ogni respiro).
⦁ Ipotermia.

Alcool e ministero della salute

In Italia, seppur con numeri meno allarmanti rispetto ad altri stati UE , il fenomeno è in aumento e costituisce, un problema in costante aumento.

Le ultime stime, risalenti al 2018, parlano di 34 milioni di persone, stando solo al nostro Paese, che hanno fatto utilizzo di bevande alcoliche almeno una volta al mese.

Di questi, la stima è di un 10% di bevitori accaniti che equivale a circa 3.5 milioni di persone che riscontrano sintomi da dipendenza e abuso.

Cifre preoccupanti, tanto che il ministero della salute, sul suo sito ufficiale, mette a disposizione una pagina dedicata appositamente ad aiutare e fornire assistenza ai casi di alcolismo