Danni da alcool, 25.000 bambini affetti alla nascita

Il 10% delle madri, consuma alcolici durante la gravidanza. Ecco come combattere questo problema.

Il consumo d’alcool, spesso fatta in maniera incosciente ed esagerata è una delle nuove emergenze mediche. Quello che sicuramente può colpire è il consumo d’alcool durante la gravidanza. Nonostante sia ben noto che questa sostanza sia dannosa per il feto, si calcola che ogni anno 25.000 bambini ogni anno nascano bambini affetti dalla FAS, nel nostro paese. Si tratta della Fetal Alcohol Syndrome cioè la sindrome Feto-alcolica, la peggiore e più grave patologia che può colpire un neonato, a causa del consumo di questa sostanza durante la gravidanza.

Danni da alcool nei neonati:

Secondo stime attendibili, attualmente al mondo ci sono almeno 70 milioni di persone che tutt’ora soffrono a causa dei danni che l’alcool causa al feto. Secondo la rivista The Lancet Global Healt, ogni anno sono registrati 119.000 nuovi casi di danni da alcool, concentrati nel continente europeo ed in Sudafrica.

Nel nostro paese la situazione non è assolutamente rosea. L’età in cui si inizia il consumo e spesso l’abuso, crolla addirittura agli 11 anni ed dove il 50% dei ragazzi ha risposto di farne abitualmente uso. Sempre in Italia, 1 madre di 67, beve alcolici mentre è in dolce attesa, disinteressandosi dei danni da alcool che causerà al figlio. Si parla quindi di una percentuale del 10% di mamme che assumono alcool mentre sono incinte, che faranno nascere un figlio affetto da FAS. Nel solo Lazio, ogni 1000 nuovi nati, 47 ne sono affetti.

L’opinione del CIPE e CRARL:

Questo dato è commentato dalla dr.ssa Maria Pia Graziani, pediatra di libera scelta e responsabile del Comitato scientifico della Confederazione italiana pediatri della regione Lazio. Ella spiega che il feto non è in grado di metabolizzare l’alcool, rendendo maggiormente pericolosa l’esposizione a questa sostanza nel periodo prenatale. Questa sostanza “può provocare patologie congenite molto gravi, ma anche disfunzioni che si possono manifestare nell’arco di tutta la vita”.

Bisogna quindi fare una corretta informazione per tutte le partorienti, famiglia e medici, per tutelare la salute di questi bambini. I dati epidemiologici sono assolutamente allarmanti, l’informazione da dare deve essere capillare e portare anche ad aggiornamenti e formazione a tutti i medici ed operatori sanitari che entrano in contatto con le future mamme come ad esempio pediatri, ginecologi, medici generici, neuropsichiatri, ostetriche, infermiere, ecc. queste persone “hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella diagnosi precoce, oltre che per la cura”.

Per questo il Centro di riferimento alcoologico della regione Lazio CRARL diretto dal professor Ceccanti, sta lavorando per cercare di correggere questi comportamenti irresponsabili, uniti con il CIPE.

Questa sindrome è poco conosciuta, poco pubblicizzata, nonostante possa portare a “disfunzioni di tipo morfologico, ad esempio sul volto, in forme più o meno evidenti, ma anche con deficit di attenzione e di apprendimento, iperattività, problemi comportamentali fino a malattie mentali con gravi conseguenze a lungo termine”. La dottoressa Graziani ha proseguito dicendo nel 2018, è deleterio che questo problema sia così ampiamente sottovalutato. La sola arma è l’informazione, in modo da impedire che la nascita di migliaia di bambini colpiti da danni da alcool ogni anno.