Ormai è quasi certo, se non si prendono provvedimenti drastici si rischia l’epidemia incontrollata.
Nella settimana di monitoraggio, dice l’ISS, “tutte le Regioni sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane“.
Quello che si staglia sulla maggior parte del territorio è uno scenario di tipo 3, ma sono in aumento le Regioni e le province autonome in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4.
La situazione è ormai “complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio con criticità ormai evidenti in numerose aree“. Per tali ragioni, è stata paventata l’ipotesi di un nuovo lockdown su scala nazionale, che potrebbe essere deciso per il 15 novembre se i numeri non dovessero scendere.
Con un Rt di 2,08, la Lombardia è la regione con l’indice più alto, segue la Basilicata con 1.99, Piemonte con 1.97, Molise con 1.88, e Provincia autonoma di Bolzano 1.87.
La maggiore preoccupazione al momento è per le stutture sanitarie che sono quasi arrivate al punto di saturazione.
Per questi motivi, l’ISS continua a promuovere una “drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.
Ieri, come ogni lunedì, i casi hanno segnato una riduzione: sono scesi a 25.271 (7.000 in meno in 24 ore), ma, come tutti i weekend, si è ridotto anche il numero dei tamponi: 147.725 ieri contro 191.144 del giorno precedente.