L’Alzheimer rappresenta una delle sfide più persistenti e complesse della medicina moderna. Questo flagello non solo erode la memoria e l’identità degli individui, ma porta con sé un impatto devastante anche sulle famiglie. Benché gli studi si siano principalmente concentrati sulle placche amiloidi e i grovigli di proteina tau, i progressi verso un trattamento efficace sono stati limitati. Ora, una ricerca rivoluzionaria della Harvard Medical School introduce una nuova speranza: il litio, elemento chimico ben conosciuto, potrebbe giocare un ruolo cruciale nella protezione della funzione cerebrale.
Il litio: un nuovo protagonista nella lotta all’Alzheimer
Secondo uno studio pubblicato su Nature nel 2025, le persone affette da Alzheimer e da lieve declino cognitivo presentano livelli di litio significativamente ridotti nel cervello. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle regioni cerebrali che tendono a degradarsi per prime durante la malattia. È stato osservato che le placche amiloidi sequestrano il litio, privando così i neuroni di un elemento protettivo.
Litio
- Definizione: Il litio è un elemento chimico che, in medicina, è utilizzato prevalentemente per trattare disturbi psichiatrici, come il disturbo bipolare.
- Curiosità: Le proprietà terapeutiche del litio sono conosciute da secoli, con utilizzi documentati già nell’antica Grecia.
- Dati chiave: Recentemente, è stato scoperto che il litio potrebbe avere un ruolo nella protezione cerebrale, specialmente in relazione all’insorgenza dell’Alzheimer.
Le implicazioni della carenza di litio
La mancanza di litio non è solo una conseguenza, ma potrebbe essere un fattore scatenante della malattia. Risultati decisivi sono stati ottenuti utilizzando modelli murini; abbassando i livelli di litio, la memoria si degrada più velocemente, le placche amiloidi aumentano e l’infiammazione peggiora. Al contrario, il supplemento di litio ha mostrato capacità di ristabilire la funzione cognitiva, ridurre le proteine tossiche e migliorare l’attività delle cellule cerebrali.
Tra i due tipi di litio: orotato contro carbonato
Uno degli sviluppi più affascinanti riguarda la forma di litio somministrata. Il litio orotato si è dimostrato più efficace per il trattamento dell’Alzheimer rispetto al tradizionale litio carbonato, usato comunemente per i disturbi dell’umore, ma che richiede dosi elevate e ha effetti collaterali significativi. L’orotato, resistente al legame con le placche amiloidi, agisce direttamente sui neuroni a dosi più basse e con minor tossicità, rendendolo un candidato ideale per un uso a lungo termine.
Le potenzialità di questo cambiamento di paradigma
Questa nuova comprensione modifica il modo in cui possiamo affrontare l’Alzheimer. Invece di concentrarci esclusivamente sulla rimozione delle placche amiloidi, il ripristino dei livelli di litio potrebbe rappresentare un’efficace strategia di intervento precoce. La somministrazione di litio orotato, già disponibile come supplemento alimentare, potrebbe essere riproposta come trattamento preventivo su larga scala.
- Ogni 3 secondi, nel mondo, una persona sviluppa la demenza
- L’Alzheimer colpisce circa 50 milioni di persone globalmente
- Il costo annuo associato al trattamento della demenza supera i 1.000 miliardi di dollari
Un futuro promettente per la ricerca sull’Alzheimer
Il potenziale del litio nel contesto dell’Alzheimer apre nuove vie per il trattamento e la prevenzione. Nonostante la necessità di ulteriori test clinici sull’uomo, il litio orotato potrebbe emergere come un’intervento a basso costo, sicuro e accessibile, in grado di ridurre il rischio e rallentare la progressione della malattia, offrendo una nuova speranza a milioni di pazienti e alle loro famiglie.
L’integrazione di questa nuova prospettiva nella medicina preventiva potrebbe alterare radicalmente l’approccio alla malattia, spostando l’attenzione verso l’equilibrio nutrizionale e l’importanza dei microelementi nel mantenere la salute cerebrale.











