Asia Bibi, l’Alta Corte di Lahore conferma la condanna a morte

Asia

Nuova condanna – L’Alta Corte di Lahore ha confermato nella mattinata di ieri, 6 ottobre, la pena di morte morte per Asia Bibi, la contadina cristiana, madre di cinque figli, arrestata il 14 giugno del 2009 e condannata in primo grado nel 2010 con l’accusa di blasfemia per aver “offeso” Maometto, in base alle leggi contro la libertà religiosa volute nel 1982 e nel 1986 da Muhammad Zia-ul-Haq, meglio noto come il generale Zia.

- Advertisement -

L’agenzia missionaria Fides ha raccolto la dichiarazione di uno degli avvocati della donna, il cristiano  Naeem Shakir, il quale ha fatto sapere che il magistrato Anwar-ul- Haq, musulmano, ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa. “Il giudice ha ritenuto valide e credibili le accuse delle due donne musulmane (due sorelle) che hanno testimoniato sulla presunta blasfemia commessa da Asia. Sono quelle con cui Asia aveva avuto l’alterco e da cui è nato il caso”, ha spiegato Shakir, denunciando che in Pakistan “la giustizia è sempre più in mano agli estremisti”.

L’unico passo che rimane da compiere, è appellarsi alla Corte Suprema pakistana, terzo e ultimo grado di giudizio nel Paese. L’avvocato si è già accordato con il marito di Asia Bibi.

- Advertisement -

La vicenda e la mobilitazione – Ma com’è nato questo “caso”? In un modo assurdo, raccontato dalla stessa vittima nel libro scritto con Anne – Isabelle Tollet “Blasfema. Condannata a morte per un sorso d’acqua” (Mondadori, 2011): la contadina cristiana ha offerto un recipiente d’acqua tirata su da un pozzo a due colleghe musulmane e queste l’hanno accusata di averlo contaminato. Hanno insultato Gesù e Maria e Asia ha risposto chiedendo che cosa Maometto avesse fatto per loro di positivo. Allora queste l’hanno denunciata per blasfemia.

Per lei si è avuta un’intensa mobilitazione. Per averla difesa e aver chiesto l’abolizione della norma che condanna lei e moltissimi altri cristiani pakistani, sono stati uccisi, rispettivamente il 4 gennaio e il 2 marzo 2011, Salman Taseer, musulmano, governatore del Punjab, la regione da cui proviene Asia, e Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze in Pakistan, cristiano cattolico. Inoltre è stata minacciata di morte dagli estremisti islamici Sherry Rehman, musulmana, allora deputata del Pakistan People’s Party (lo stesso partito di Benazir Bhutto) e oggi ambasciatrice del Pakistan negli Usa.

- Advertisement -

Hanno partecipato alle richieste di salvare Asia Bibi anche il nostro Paese (sulla facciata del Campidoglio era stato affisso un manifesto con il suo viso) e Papa Benedetto XVI, che ha rivolto un appello. In tutto il mondo sono state raccolte 400.000 firme. Purtroppo, però, non è bastato. Ci sarà una conclusione positiva della drammatica vicenda?