Audrey Hepburn fa Colazione da Tiffany con Truman Capote

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Audrey Hepburn (1929-1993) è icona di eleganza, fascino e stile. La diva per eccellenza, amata e copiata da donne di tutto il mondo.

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Dopo aver sofferto la fame durante la guerra, viene notata dalla famosa scrittrice Colette, che la reclama per la commedia teatrale Gigi. Da qui in poi ottiene parti che sono ormai entrate nella storia, per esempio per Vacanze Romane (1953) di W. Wyler o Sabrina (1954) di B. Wilder.

Uno dei film che più dona notorietà alla Hepburn è Colazione da Tiffany (1961), diretto da B. Edwards e tratto dall’omonimo romanzo del 1958 di Truman Capote. Le differenze tra opera narrativa e lungometraggio sono molte e su questo l’autore letterario aveva avuto qualcosa da ridire. Capote infatti, desiderava per il ruolo di protagonista, la formosa Marilyn Monroe con i suoi capelli biondi ed il suo sguardo lascivo. Edwards facendo ricadere la scelta su Audrey Hepburn, per ripulire l’immagine del personaggio principale, crea involontariamente un mito cinematografico. Oggi, tutti pensando a Colazione da Tiffany rivedono subito il volto della Hepburn, vestita di nero con suoi occhialoni scuri. Addirittura, in alcune ristampe del libro la copertina riporta la versione cinematografica della prima attrice e non quella immaginata dall’autore.

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In principio però, una delle più grandi storie d’amore del cinema era… qualcos’altro. Capote nello scritto non approfondisce la natura del protagonista maschile, ma vari elementi ne suggeriscono una probabile omosessualità. E già questo blocca la possibile relazione sentimentale. Inoltre, nel film viene smussata la carica erotica della star, che è invece ben pronunciata nel romanzo. La pellicola punta soprattutto sulla fragilità e sulla ricerca d’identità della protagonista. Per non parlare dei finali, naturalmente agli antipodi. Tutte queste modifiche vengono fatte per adattare l’opera alle esigenze della Hollywood classica. Era impensabile trattare temi così difficoltosi e Colazione da Tiffany, essendo una produzione Hollywoodiana, non poteva osare. Singolare, in merito, la situazione del coprotagonista cinematografico, che viene mantenuto da una donna con cui ha rapporti sessuali. Ciò a quanto pare risultava più accettabile di altre tematiche.

Va dato atto allo snaturamento compiuto di averci regalato una delle favole più amate di tutti i tempi e di aver consacrato ulteriormente Audrey Hepburn al panorama cinematografico e non solo.

Per leggere una versione differente e priva di lieto fine c’è sempre il buon Truman Capote.

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