Il decreto lavoro prevede un taglio del cuneo fiscale di 4 punti percentuali per 13,5 milioni di lavoratori dipendenti che si traduce in aumenti in busta paga.
Busta paga: quali categorie riceveranno l’aumento?
I redditi fino a 35mila euro sono quelli interessati agli aumenti in busta paga per il mese di luglio. Nel decreto lavoro, infatti, il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti sale di 4 punti percentuali. Niente di definitivo, dato che al momento la misura è solo temporanea e non sarà più valida a fine dicembre 2023.
Il ministero del Lavoro comunica la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto 48 numero. Con questa scatta il taglio di sei punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico dei lavoratori subordinati, che guadagnano fino a 35mila euro lordi annui, per i periodi di paga da luglio a dicembre 2023. Sarà invece di ben sette punti percentuali il taglio per chi guadagna fino a 25mila euro.
Busta paga: di quanto aumenterà lo stipendio?
Secondo i conti dell’ufficio studi della Cgia, per gli stipendi fino a 25mila euro lordi il taglio del cuneo fiscale passa dal 3 al 7 per cento. Ciò significa che in busta paga si avrà un aumento di stipendio attorno ai 70 euro al mese.
Per chi guadagna da 25 a 35mila euro, invece, la riduzione sale dal 2 al 6 per cento. Ciò significa che in busta paga si avrà un aumento di stipendio attorno ai 90 euro. Il taglio del cuneo fiscale riguarda circa 13,5 milioni di lavoratori dipendenti in Italia (circa l’86,3 per cento dei lavoratori dipendenti occupati nel settore privato).
Nel 2022 il fisco ha recuperato circa 20 miliardi con la lotta all’evasione fiscale. Per il Mef questo dato è “una dimostrazione che negli ultimi anni la lotta contro l’infedeltà fiscale sta producendo i suoi frutti”. Una buona notizia, soprattutto per i lavoratori destinati a trovare un aumento nelle relative buste paga di luglio, ma si può e si deve fare ancora di più. Stando alle ultime analisi, il tax gap è sceso nel 2020.
Il tax gap
Il 2020 è stato un anno particolare a causa della pandemia. E per il ministero delle Finanze proprio durante l’annus horribilis “il tax gap stimato dal Mef è sceso a 89,8 miliardi di euro; di cui 78,9 sono ascrivibili al mancato gettito tributario e gli altri 10,8 miliardi sono il ‘frutto’ dell’evasione contributiva“.