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Corsa e invecchiamento: il parere del chirurgo che fa discutere

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Correre è da sempre considerato uno degli esercizi più efficaci per migliorare la salute cardiovascolare e mantenere il corpo in forma. Negli ultimi anni si è aperto un acceso dibattito riguardo ai suoi effetti a lungo termine. Alcuni esperti, come il chirurgo plastico Gerald Imber, sostengono che correre regolarmente possa avere effetti negativi non solo sulle articolazioni, ma anche sull’aspetto della pelle.

La corsa euforizzante: i benefici psicologici del running

Chi pratica il running descrive spesso una sensazione di euforia e chiarezza mentale dopo l’allenamento, comunemente chiamata “runner’s high”. Questa risposta biochimica deriva dal rilascio di endorfine e altri neurotrasmettitori che contribuiscono a ridurre lo stress e migliorare l’umore. Gli effetti positivi sulla mente sono ben documentati: correre regolarmente aiuta a migliorare la concentrazione, la memoria e la gestione delle emozioni.

Il punto di vista del dottor Imber

Secondo il dottor Gerald Imber, il running può causare un effetto collaterale meno considerato: l’invecchiamento precoce del viso. L’impatto costante, unito ai movimenti ripetitivi, può contribuire alla perdita di elasticità cutanea e alla formazione di rughe. Il chirurgo mette in guardia anche dal rischio di microtraumi articolari dovuti alla ripetizione costante del gesto atletico su superfici dure.

Imber sottolinea che, nel lungo periodo, le ginocchia e le caviglie sono le articolazioni più esposte a stress e usura, specialmente in chi corre su asfalto o in condizioni climatiche estreme. Alcuni studi evidenziano che il running, se praticato correttamente, può invece rafforzare le articolazioni e migliorare la postura.

Adattamenti evolutivi: il corpo umano nato per correre

Il neurobiologo Mark P. Mattson sostiene che l’uomo sia biologicamente progettato per correre. Gli arti inferiori lunghi, la struttura del bacino e la capacità di sudorazione sono tutti tratti evolutivi che hanno reso l’essere umano un eccellente corridore di resistenza. Secondo Mattson, questi adattamenti indicano che la corsa moderata e costante rientra nelle nostre capacità naturali e può contribuire a migliorare la salute cerebrale.

  • Muscolatura glutea e posturale: aiuta a stabilizzare il tronco durante la corsa.
  • Tendini elastici: funzionano come molle naturali per assorbire gli impatti.
  • Sistema di termoregolazione: consente di mantenere stabile la temperatura corporea durante lo sforzo.

La corsa è associata a una riduzione del rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari, oltre a migliorare il metabolismo e la capacità respiratoria.

Le critiche: cosa succede alle articolazioni?

I critici del running sostengono che l’impatto costante con il terreno possa accelerare la degenerazione della cartilagine articolare. In particolare, chi corre su superfici dure come asfalto o cemento può andare incontro a microlesioni che, nel tempo, portano a dolori cronici o infiammazioni. Gli esperti consigliano di alternare l’allenamento a sessioni di recupero attivo e stretching per limitare questi rischi.

È importante indossare scarpe adeguate e mantenere una postura corretta durante la corsa. Anche la tecnica di appoggio del piede gioca un ruolo cruciale nella prevenzione degli infortuni.

Alternative al running: sport a basso impatto

Per chi vuole mantenersi in forma senza sottoporre il corpo a impatti ripetuti, esistono valide alternative. Il dottor Imber suggerisce in particolare la bicicletta, che riduce lo stress sulle articolazioni mantenendo un’ottima efficienza cardiovascolare. Anche il nuoto e l’aerobica in acqua sono opzioni ideali per allenare tutto il corpo in modo armonioso e senza traumi.

  • Camminata veloce: migliora la circolazione e la resistenza senza eccessivi carichi.
  • Nordic Walking: coinvolge anche la parte superiore del corpo grazie all’uso dei bastoncini.
  • Vogatore: rinforza schiena e braccia riducendo il carico su ginocchia e caviglie.
  • Rucking: camminata con zaino, ottima per bruciare calorie con impatto minimo.

I vantaggi cognitivi e psicologici della corsa

Oltre agli effetti sul corpo, il running influenza positivamente anche la mente. Correre stimola la produzione di BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor), una proteina che favorisce la crescita e la sopravvivenza dei neuroni. Questo spiega perché molti runner riferiscano una maggiore lucidità mentale e una riduzione dei sintomi di ansia e depressione.

Gli effetti positivi si manifestano già dopo 20–30 minuti di corsa moderata, a condizione che l’attività venga svolta regolarmente e con attenzione alla respirazione e all’idratazione.

Come correre in modo sicuro e salutare

  • Allenarsi in modo progressivo: aumentare gradualmente distanza e intensità.
  • Alternare corsa e recupero: un giorno di riposo o attività leggera favorisce la rigenerazione muscolare.
  • Scegliere il terreno giusto: superfici come erba o terra battuta riducono lo stress articolare.
  • Scarpe adeguate: sostituire le calzature dopo 600–800 km di utilizzo.
  • Stretching e mobilità: mantenere flessibilità per prevenire infortuni e rigidità.

Curiosità e mito del “volto da runner”

Il cosiddetto “runner’s face”, ovvero il viso scavato e più segnato di chi corre molto, è una leggenda con qualche base scientifica. Alcuni medici ritengono che la perdita di grasso sottocutaneo, unita all’esposizione ai raggi UV e al movimento ripetuto, possa rendere la pelle più sottile. Una corretta idratazione, una dieta equilibrata e la protezione solare riducono sensibilmente questi effetti.

Molti corridori professionisti mostrano un aspetto più giovane grazie alla miglior ossigenazione dei tessuti e alla riduzione dello stress ossidativo derivante da uno stile di vita attivo.

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