Coronavirus e asintomatici: continua la polemica

Le dichiarazioni del capo del team tecnico Oms sugli asintomatici non contagiosi alimenta la polemica. Ecco la posizione di Andrea Crisanti, Matteo Bassetti e Walter Ricciardi

Sul tema coronavirus e contagiosità degli asintomatici continua la polemica nel mondo scientifico e il tema apre a nuove ipotesi che solo ulteriori studi potranno forse scremare e chiarire.

La trasmissione o meno del coronavirus da soggetti asintomatici lascia perplessi

Le parole del capo del team tecnico anti Covid-19 Maria Van Kerkhove, durante un briefing dell’Agenzia Onu, hanno suscitato numerose reazioni anche perché hanno aperto un nuovo fronte del dibattito in materia: “È molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus”.

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Molti virologi hanno contestato l’assenza di prove scientifiche a supporto di questa tesi e la stessa Van Kerkove ha in parte rettificato definendolo un fraintendimento: “Stavo rispondendo a una domanda e non esprimendo una posizione dell’Oms. Ho usato la parola “molto rara” e c’è stato un fraintendimento perché è sembrato che dicessi che la trasmissione asintomatica è globalmente molto rara. Mentre mi riferivo a un set di dati limitati“.

In ogni caso l’argomento ha scatenato la reazione di molti giornalisti, che hanno messo anche in dubbio la necessità di un lockdown generale durato mesi, se gli asintomatici avessero davvero una carica virale talmente leggera da non costituire un pericolo grave di contagio.

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Le perplessità sulle dichiarazioni contraddittorie a livello scientifico

Di conseguenza, la dichiarazione della dottoressa Van Kerkove, a cavallo tra comunicazione approssimativa e sostanza tutta da verificare, si unisce a tante altre dichiarazioni confuse che l’Oms e molti esperti hanno trasmesso in questi mesi.

Dalla gravità iniziale sottovalutata, la pandemia dichiarata solo a marzo e i consigli poco chiari sull’uso di mascherine e guanti, dato che questi ultimi non sembrano più così consigliabili, rispetto al lavaggio delle mani. In questo modo, milioni di persone hanno faticato non poco a districarsi fra le tante dichiarazioni contraddittorie.

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Lo studio di Vo’

Vo’ Euganeo in Veneto è stato uno degli epicentri della pandemia e uno studio condotto da un team di 36 studiosi italiani guidati dal virologo Andrea Crisanti sembra smentire l’ipotesi che gli asintomatici non trasmettano nulla.

Il giornalista Giuseppe De Lorenzo del Giornale ha fatto il punto proprio su questo studio e gli scienziati hanno tratto la conclusione che gli asintomatici possono contagiare come gli altri pazienti affetti da Covid-19, perché la loro carica virale non cambia in modo significativo dai sintomatici.

In pratica, il paese di Vo’ sui Colli Euganei in provincia di Padova ha funzionato come una sorta di grande laboratorio in cui gli specialisti hanno fatto il tampone a tutti i residenti all’inizio e alla fine del periodo di zona rossa.

La seconda rilevazione, a 15 giorni di distanza dalla prima, ha evidenziato che alcuni contagi sono avvenuti da infetti asintomatici e, in particolare, l’analisi approfondita  su otto infezioni, rilevate al secondo giro di tamponi, ha mostrato che il contagio si è propagato in ambito familiare.

A dire il vero, almeno un paio di soggetti avevano incontrato uno o più parenti infetti ma asintomatici, e si sono poi ammalati nei giorni successivi mentre, in qualche caso, la persona contagiata aveva condiviso la stessa abitazione con alcuni di loro.

Le conclusioni dello studio

Secondo Crisanti e i suoi collaboratori: “Le infezioni asintomatiche possono svolgere un ruolo chiave nella trasmissione di SARS-CoV-2”. Abbiamo anche trovato prove che la trasmissione può avvenire prima dell’inizio dei sintomi.

Un soggetto ha riferito di aver partecipato a una riunione di famiglia, tre o quattro giorni prima dell’insorgenza dei sintomi, insieme a un genitore e altri tre fratelli. A quel tempo, erano tutti sani. I tamponi nasali e della gola hanno confermato la presenza di RNA virale in tutti i contatti familiari”.

I vari tipi di asintomatici

Secondo il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, l’Oms dovrebbe mostrare più cautela e genova24.it ha riassunto i passaggi essenziali del suo intervento:

Da un’istituzione internazionale così importante ci si aspetta che nel momento in cui si pronuncia, lo faccia su delle chiarissime e incontrovertibili evidenze scientifiche – ammonisce Bassetti – Buona parte delle misure che stiamo utilizzando sono infatti state prese proprio per evitare il contagio dagli asintomatici”.

Tuttavia, Bassetti specifica che probabilmente gli asintomatici non sono tutti uguali, quindi la carica virale varia da un soggetto all’altro e la probabilità di contagiare diminuisce se è molto bassa. Per questa ragione, l’infettivologo genovese ha individuato quattro categorie diverse:

  • I portatori sani del virus che non si ammalano affatto, restano asintomatici e hanno bassa probabilità di trasmettere il contagio
  • I pre-sintomatici hanno invece la malattia in incubazione, con carica virale più alta e maggiore contagiosità, quindi sono asintomatici solo temporaneamente
  • I paucisintomatici hanno carica virale ancora più elevata, ma sono coloro che hanno sintomi lievissimi e passano spesso inosservati
  • I non più sintomatici sono invece i pazienti guariti che dopo due tamponi negativi risultano di nuovo positivi. Si tratta di casi meno frequenti, hanno una carica virale presumibilmente bassa o nulla e non dovrebbero contagiare nessuno.

In conclusione, è meglio prendere con le pinze le dichiarazioni partite dall’Oms sugli asintomatici, perché non basta stabilire se si è positivi o negativi ma, secondo Bassetti, bisogna capire la quantità reale di virus nell’organismo, attraverso test specifici, per valutare la soglia di contagiosità di ognuno.

La posizione di Walter Ricciardi

Alle perplessità di virologi e clinici si unisce anche Walter Ricciardi,in qualità di membro del comitato esecutivo dell’Oms e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, con la sua dichiarazione ad Agora su Rai 3: “Dall’Oms si è avuta una risposta inaccurata e sbagliata…La trasmissione da asintomatici è invece tipica di questo virus e proprio ciò lo differenzia da Sars e Mers“.

Ricciardi conclude che l’Oms va criticata e sostenuta al tempo stesso e può essere un concetto condivisibile, a patto però che le dichiarazioni in futuro siano più chiare, nell’interesse dei cittadini che devono metabolizzare da mesi questa girandola di dichiarazioni e rettifiche.