È in corso proprio in queste ore la riunione con i capidelegazione, a Palazzo Chigi. Alle 15.30 convocata poi la riunione con le Regioni. Entro stasera, in sostanza, dovrebbe arrivare il tanto atteso Dpcm.
Anche se c’è chi sostiene che vi è la possibilità che si slitti a domani.
A dirlo è Federico d’Incà: “Il Dpcm dovrebbe essere approvato in giornata, alla peggio qualche ora in più non cambierà nulla. Bisogna dare un senso di unità del nostro paese per affrontare una malattia che porta anche instabilità sociale“.
Per Zaia si tratterà di un lockdown soft: “Noi porteremo al Governo le nostre ragioni che non saranno quelle dell’essere ottusi e convinti che il Covid non esista. Sappiamo che c’è ma pensiamo anche che sia fondamentale una convivenza e una sostenibilità delle misure”.
Per Eugenio Giani, governatore della Toscana, poi, le Regioni sarebbero disponibili a misure più restrittive, ma urge una capillare distribuzione sui territori di forze dell’ordine per svolgere i dovuti controlli: “Come Regioni siamo stati chiamati anche all’idea di poter avere atteggiamenti più restrittivi rispetto a quello che il dpcm impone. Naturalmente siamo pronti, ma abbiamo detto che è evidente che l’autorità di un presidente di Regione non è quella di un presidente del Consiglio: per attuare provvedimenti restrittivi ha polizia, carabinieri, forze dell’ordine, un apparato statale che è quello che poi sostanzialmente riesce a trasmettere ai cittadini l’idea che vi è la norma, cioè il dpcm, ma anche la sanzione e le forze per poterla attuare. Noi non abbiamo nemmeno un corpo di polizia municipale, tanto per fare un esempio. Abbiamo fatto presente che quello che potranno essere i provvedimenti restrittivi voluti dal presidente di Regione non hanno le modalità attuative che ha il governo“.