Covid: dopo sei mesi, la Cina ricomincia la conta dei morti

1000 nuovi casi a Pechino, in tutto il Paese si superano i 26 mila.

Sono tre, al momento, i decessi da Covid-19 registrati in Cina. La pausa dall’infezione, durata circa sei mesi, si è interrotta con l’impennata di quasi mille casi di contagio a Pechino su un totale nazionale che supera le 26 mila unità.

Le morti sono state registrate nel corso del fine settimana, con Pechino passata dai 621 casi di sabato a quelli di 962 di domenica. Ma l’elemento preoccupante è che le nuove infezioni riguardano zone geografiche della capitale fuori dalle aree di quarantena.

La ripresa dei contagi è stata confermata dalla Commissione sanitaria nazionale che riferisce di aver registrato ieri quasi 27 mila casi nel resto del Paese, riportando la situazione allo scorso mese di Aprile. Allora, l’intera città di Shanghai era stata completamente blindata, provocando una crisi internazionale per la paralisi del porto cinese.

In Italia si lavora alla campagna vaccinale Covid – Influenza

In apertura del Congresso Nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – in corso a Roma fino al 23 Novembre – il ministro della Salute Orazio Schillaci ha confermato “A breve partirà una campagna di comunicazione sulla vaccinazione Covid e influenzale stagionale con particolare attenzione agli anziani e ai fragili“.

In considerazione dell’esperienza Covid-19 – ha aggiunto – bisogna assicurare una governance efficiente del sistema vaccinale, una semplificazione dell’accesso ai servizi – anche sfruttando le nuove tecnologie – agevolare la vaccinazione di gruppi di popolazione e fragili difficilmente raggiungibili e con bassa copertura, istituire modelli e percorsi per la vaccinazione dei soggetti a rischio e, non ultimo, sensibilizzare ed informare”.

“La pandemia – ha proseguito Schillaci – ha visto un forte rallentamento della prevenzione primaria e secondaria ma, ad oggi, stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione culturale in tale ambito. Non dobbiamo dimenticare – ha concluso il ministro – la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla gestione di altre malattie infettive come l’Hiv, le epatiti, le malattie infettive e tropicali crescenti, minacce delle resistenze microbiche”