Covid nuovo studio: autoanticorpi bloccano l’interferone di tipo 1

Il motivo delle differenze dei sintomi manifestati dai positivi al Covid è genetico, ecco il risultato dello studio

Fin da quando si parla di infezioni da Covid-19, gli esperti di tutto il mondo non fanno altro che comprendere il motivo per il quale il virus si manifesta in modo differenziato a seconda dei pazienti.

Alcuni infetti hanno gravissimi problemi di salute che può condurli fino alla morte, altri invece mostrano i sintomi di un semplice raffreddore e altri ancora non mostrano nessun sintomo visibile. Una nuova ricerca effettuata dalla National Instituties of Health ha dimostrato che molti soggetti posseggono particolari anticorpi. Parliamo di veri e propri anticorpi “fuorvianti” ovvero autoanticorpi che invece di attaccare il virus, attaccano il sistema immunitario. Altri ancora invece possono avere una mutazione genetica che rende il sistema immunitario maggiormente esposto al Covid-19. In entrambi i casi, il corpo non riesce a sviluppare una risposta immunitaria efficace basata sull’interferone di tipo 1. Il gruppo di proteine citato è fondamentale per proteggere il corpo dal virus. 

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Maggiori dettagli sullo studio 

I ricercatori che hanno posto in essere lo studio hanno scoperto che su circa 600 positivi al Covid in condizioni gravi, molti pazienti avevano circa 13 variazioni genetiche in tredici geni concernenti la difesa immunitaria del corpo contro il virus che determina l’influenza.

Circa il 3,5% non aveva un gene funzionante e sulla base degli studi, i ricercatori hanno scoperto che le cellule prelevate non erano in grado di produrre nessun tipo di interferone se esposte al Covid-19. Gli esperti ipotizzano che molte persone stanno producendo autoanticorpi che inibiscono l’interferone di tipo 1. I soggetti che posseggono questi anticorpi sono esposte a rischi di contagio molto più alti rispetto a chi non li possiede. Inoltre gli autoanticorpi non permettono al sistema immunitario di combattere in modo adeguato il virus cosicché quest’ultimo è libero di attaccare con maggiore ferocia il corpo dell’infetto. 

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