In questi giorni nel web circola un video piuttosto particolare che dimostra come già nei primi anni del 900 ci fossero strumenti piuttosto tecnologici ed innovativi. Il video in questione infatti ha come protagonista un “treno volante” in Germania. Più precisamente, il video è datato 1902 ed è stato realizzato dalla ferrovia monorotaia sospesa nel cielo di una cittadina tedesca (Wuppertal). Parliamo della più antica monorotaia al mondo ultimata nel 1901 lunga quasi 14 km ed ancora oggi utilizzata da ben 70 mila passeggeri ogni giorno. Sostanzialmente di un vero e proprio capolavoro di ingegneria meccanica.
Maggiori dettagli sulla monorotaia o treno volante
La monorotaia in questione si chiama Wupperlater Schwebebahn (letteralmente traducibile come “Ferrovia sospesa di Wuppertal”) è sospesa a circa otto metri di altezza da terra e circa tredici metri d’altezza dal fiume. La qualità del video riesce a far comprendere l’importanza e lo splendore del capolavoro tedesco. Ciò che la contraddistingue (oltre alla sua età) è l’utilizzo dei convogli appesi ad una rotaia posta su una struttura portante elevata sul livello di circolazione stradale.
Negli anni ha subito alcuni ritocchi di manutenzione, l’ultimo restauro è avvenuto nel 2001 e si è concluso nel 2005. Nel 1999 il servizio della monorotaia è stato sospeso a causa di un grave incidente. Un vagone della stessa infatti, come nei film d’azione, cadde rovinosamente nel fiume sottostante. Purtroppo in quell’occasione ben cinque persone hanno perso la vita. Nel 2013 si è verificato un altro disagio sulla monorotaia, fortunatamente però nessun passeggero ha perso la vita. Uno dei vagoni infatti è deragliato e ha causato la sospensione nel vuoto di un vagone. Oggi il mezzo in questione, sicuramente molto più sicuro grazie agli ultimi aggiornamenti, circola nel cuore della città e ferma a ben 23 fermate tra il capolinea (Wuppertal-Vohwinkel e Oberbarmen). La ferrovia oggi rappresenta sicuramente un’affascinante attrattiva per i turisti e per i mezzi di trasporto peculiari.
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