Fobie, le più diffuse sintomi e diagnosi

La descrizione delle fobie comuni e meno comuni per capire insieme cosa sono e da cosa originano

Perché siamo tutti spaventati da qualcosa?

 Fobia, è una parola che origina dal greco “phobos”, significa paura (il termine viene da  Fobo dio dello spavento e del terrore). Tutti noi conosciamo qualcuno che ha la fobia di volare, dei ragni, degli insetti e così via. Avere una fobia significa essere terrorizzati in modo assolutamente incontrollabile, da qualcosa che in genere non spaventa nessun altro. Le fobie si nutrono di ansia che fa da base ad ogni manifestazione di terrore.

Fobia e paura

Avere paura di qualcosa è un affare del tutto diverso. Già, perché la paura ce l’hanno tutti ed è presente quando siamo chiamati a rispondere ad un pericolo reale, ma con la fobia è tutto un altro conto. Si manifesta in modo incontrollabile, esagerato, e sproporzionato rispetto alla situazione. Quindi, quando il fobico si trova davanti alla sua fobia lo vedremo terrorizzato in un ambiente in cui tutti i presenti sono assolutamente tranquilli. Situazione diversa se ad esempio ci fosse un allarme bomba in aereo, sarebbero TUTTI terrorizzati, perché in fondo il pericolo sarebbe oggettivo. Il fobico non riesce a tranquillizzarsi  neanche quando gli viene spiegato che non c’è nulla da temere, la logica e la fobia non vanno d’accordo e le manifestazioni di questo terrore sono incontrollabili, coinvolgono sia il sistema autonomo del nostro corpo (battito accelerato, sudorazione) sia il comportamento (evitamento, freezing, fuga).

Classificazione delle Fobie

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Solamente tra il XIX° e il XX° secolo le fobie vennero incluse nell’ambito della scienza medica, offrendo la prima classificazione e provando a suggerire un trattamento. Freud le divise (in base all’oggetto della paura), in due gruppi: Le fobie COMUNI, che includevano: paura del buio; paura di stare da soli; della morte e delle malattie. E le fobie OCCASIONALI, cioè quelle che si presentano in certe condizioni (ad esempio l’agorafobia).

Secondo Il DSM-5 una fobia si dice specifica, o anche fobia semplice, quando riguarda qualsiasi esposizione a specifici oggetti o situazioni. La differenza con la paura “normale” è che questa è razionale, mentre la fobia è irrazionale. La persona che soffre di una fobia specifica quindi prova una paura marcata sia quando lo stimolo fobico è presente ma anche quando si aspetta di doverlo affrontare. Esistono 5 sottotipi di fobia specifica.

Fobie specifiche

  1. ANIMALI (zoofobia): è una fobia specifica con esordio nell’infanzia. Questa è un tipo particolare di fobia perché in effetti è molto antica, già ai primordi della specie era presente e ha permesso ai nostri avi la sopravvivenza.
  2. AMBIENTE NATURALE: anche questa fobia specifica ha esordio precoce.
  • altezze (acrofobia)
  •  acqua (idrofobia)
  •  temporali (ceraunofobia)
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 3. SANGUE, INFEZIONI, FERITE. Il timore alla base di questa fobia è quello di poter stare male.

  •  vedere il sangue (emofobia)
  •  ricevere una puntura (aichmofobia)
  •  sottoporsi a procedure mediche invasive
  •  assistere a un intervento chirurgico

SITUAZIONALE: 

  • spazi chiusi (claustrofobia)
  •  volare (aviofobia)
  •  guidare (amaxofobia)
  •  ascensori
  •  ponti
  1. ALTRO TIPO:
  •  soffocare (anginofobia)
  •  pagliacci e maschere (coulrofobia)
  •  bambole (pediofobia)
  •  rumori forti (liguirofobia)
  • pagliacci e maschere (coulrofobia)
  • bambole (pediofobia).

La fobia risulta invalidante nel momento in cui non ci permette di svolgere normalmente le nostre attività quotidiane, rinunciando a fare esperienze o, in casi estremi di uscire di casa. In una forma leggera ognuno di noi ha delle piccole fobie, ma se parliamo di patologia facciamo riferimento alle situazioni in cui la paura dell’oggetto in questione prende il sopravvento fino a condizionare le nostre scelte.

Quali sono le fobie più diffuse?

Aracnofobia
Sociofobia
Paura di volare (aerofobia)
Agorafobia
Claustrofobia
Acrofobia
Emetofobia
Carcinofobia

Perché siamo fobici?

La fobia si presenta per diversi motivi. Intanto la predisposizione gioca un ruolo importante, e naturalmente il tipo di attaccamento con le persone che ci hanno cresciuti lascia un’impronta molto profonda, per cui se abbiamo sviluppato uno stile di attaccamento ansioso ne saremo assolutamente influenzati. In altri casi si sviluppa una fobia a seguito di un evento traumatico (incidente aereo, operazioni, malattie). Di fatto esistono anche altri fattori che favoriscono l’insorgenza di una fobia, come la viviamo e per quanto tempo; sono aspetti genetici, educativi, psicologici, sociali. Sentirsi ansiosi rappresenta un’esperienza poco gradevole che in casi più estremi può sfociare in attacchi di panico o portare a disturbi somatici.

Siamo abituati a riconoscere l’ansia ed i sintomi ansiosi, ma non capiamo la motivazione profonda. In psicoanalisi la fobia rappresenta tutto il contenuto che abbiamo rimosso e, di conseguenza, si manifesta in questa specifica forma. Quindi se abbiamo vissuto un trauma molto intenso, la nostra psiche per proteggerci non lo porterà alla coscienza, tutta la paura verrà spostata su una situazione o un oggetto specifico, che apparentemente non avrà nulla a che fare con la causa vera.

Secondo la terapia psicoanalitica bisogna riuscire a riportare alla coscienza il contenuto rimosso, aiutando la persona a capire l’oggetto reale della fobia. Quindi non sarà l’oggetto in sé della fobia ad essere analizzato ma le cause più profonde che l’hanno generata.

Per riuscire ad avere un inquadramento diagnostico accurato e mettere in atto una buona terapia per superare il disturbo, è necessario rivolgersi ad uno specialista del campo. Uno psicologo o uno psicoterapeuta riusciranno senz’altro a diagnosticare e curare il tipo di fobia di cui si soffre, percorrendo un cammino terapeutico insieme al paziente.

Bibliografia

Savron G.: Le Fobie. Gennaio 2004

Nardone G. Oltre i limiti della paura 2012