Il rene che ha salvato tre persone

Un piccolo miracolo della chirurgia dei trapianti

Una donna di colore americana di 70 anni, Vertis Boyce, ha ricevuto qualche giorno fa un nuovo rene, trapianto riuscito bene e almeno per ora sembra che non siano sorte particolari complicazioni. La donna sta bene e il decorso post operatorio sta procedendo bene, sotto l’attenta sorveglianza dei medici che si dicono abbastanza ottimisti sulle possibilità della donna di riprendere presto la sua vita normale.

Il fatto che rende questo trapianto sia davvero straordinario è che per il rene in questione questo è il terzo trapianto. L’organo prima apparteneva, infatti, ad un ragazzo ispanico di 24 anni, Beto Maldonado, morto in un incidente d’auto, che lo aveva ricevuto a sua volta due anni prima da una ragazza morta a soli 17 anni, quindi molto giovane e con l’organismo ancora fresco e reattivo.

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I chirurghi che hanno operato la donna dicono che se un organo funziona e continua ad essere efficiente  anche dopo la morte è possibile che possa essere trapiantato anche più volte in persone diverse. Se l’organo in questione non è la diretta causa della morte e si mantiene efficiente il trapianto può essere effettuato più volte ed i rischi di complicazioni sono esattamente gli stessi di qualunque trapianto in condizioni normali. Certo tutti i trapianti sono operazioni complesse e rischiose, ma se eseguiti nel modo corretto e se il ricevente gode di un fisico abbastanza ricettivo possono davvero salvare una vita e regalare molti anni di una vita sana e completa.

Jeffery Veale, direttore del ‘Programma di scambio di reni’ a UCLA ha spiegato: “Circa il 25% dei pazienti che ricevono un organo finiscono per morire di altre cause con l’organo ancora funzionante ed è un peccato scartarlo perché può salvare ancora altre persone che ne hanno bisogno”. Il medico ha sottolineato che questo tipo di interventi è stato portato a termine negli Stati Uniti solo una cinquantina di volte, ma la pratica potrebbe espandersi grazie all’avanzamento della scienza medica e dare così speranza a migliaia di pazienti in lista di attesa.