Il voto su Rousseau e l’evoluzione del M5S

Fra ieri e giovedì hanno avuto luogo su Rousseau le votazioni per decidere la modifica del cosiddetto “mandato zero” per i consiglieri comunali e la cancellazione del divieto di alleanza a livello locale con partiti o liste civiche: il SI ha vinto in entrambi i casi

Per Luigi Di Maio è l’alba di una nuova era, per Virginia Raggi una rivoluzione. La verità come (quasi) sempre sta nel mezzo. Non è né una, né l’altra. Nel Movimento 5 Stelle è in corso una naturale evoluzione. Fra ieri e giovedì hanno avuto luogo sulla piattaforma Rousseau le votazioni per decidere la modifica del cosiddetto “mandato zero” per i consiglieri comunali e la cancellazione del divieto di alleanza a livello locale con partiti o liste civiche: il SI ha vinto in entrambi i casi. (Geniale l’idea di Casaleggio jr di far votare gli iscritti nei due giorni prima di Ferragosto).

Alleanze a livello locale

Uno dei capisaldi su cui il movimento di Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio fu fondato 11 anni fa era l’intransigente guerra ai vecchi partiti, colpevoli di aver trasformato l’Italia nella madre patria di corruzione, evasione e disoccupazione (fan tutte rima), nonché di averla resa l’utile pattumiera dell’Unione Europea. Con i partiti tradizionali bisognava combattere, non dialogare. Da oggi non sarà più così. Grazie al via libera alle alleanze a livello locale con partiti o liste civiche, il M5S potrà finalmente uscire dal marginale ruolo di sicuro sconfitto a cui è di frequente condannato alle periodiche tornate amministrative e dare, in questo caso, anche profondo respiro alla coalizione che da 1 anno sostiene il governo Conte ll. Ove ci saranno chance di vittoria, il candidato a 5 stelle potrà contare per la prima volta su degli alleati; ove non ce ne saranno, potrà invece appoggiare altri candidati e magari in cambio ottenere garanzie su ambiente, legalità o lavoro (e poltrone). I grillini devono essersi ispirati a Charles Darwin:Sopravvive solo chi riesce ad evolversi“.

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“Mandato Zero” per i consiglieri comunali:

L’altro SI riguarda la modifica del limite di due mandati per i consiglieri comunali. In questo caso, il campo del quesito si restringe e lo sguardo è principalmente rivolto a Virginia Raggi e Chiara Appendino, rispettivamente sindaco di Roma e Torino: la cancellazione del primo mandato da apprendistato come consiglieri comunali permetterà loro di continuare a disinfettare e ripulire da tangentisti e delinquenti vari le due capitali d’Italia.

Riccardo Chiossi