.
La IoT è nata nei primi anni ’80, quando degli studenti dell’Università di Carnegie Mellon collegarono un distrubutore di Coca Cola ad Internet. La motivazione del gruppo fu semplice: la pigrizia. Il gruppo di giovani voleva, infatti, che i loro computer potessero dar conferma del fatto che il distributore fosse pieno, prima di uscire dal loro ufficio e andare a un distributore potenzialmente vuoto. “È partito tutto come un gioco, a dire il vero” dice l’ideatore Mike Kazar, che oggi lavora alla Microsoft come ingegnere: “Nessuno si sarebbe mai aspettato che diventasse il primo di miliardi di dispositivi collegati a internet“.
Dal distributore di Coca Cola in poi, il numero di device collegabili a internet è cresiuto esponenzialmente. Dai dispostivi per cardiopatici fino ai frigoriferi che ti dicono quando stai per finire il latte. Questi dispositivi sono semplici computer senza sistema operativo, con un processoe basilare e meno di 1 millesimo di memoria di un classico smartphone.
Ideare questi dispositivi non è semplce, dal momento che “Non hanno una chip-off memory, o un disco” dice Han. “Tutto insieme è un semplice megabyte di memoria flash, quindi dobbiamo essere estremamente attenti nel gestire una risorsa così piccola”.