L’industria crolla, ecco l’analisi su Italia e Germania

Dati negativi per il settore auto in Italia, Germania e Francia

L’industria dell’auto era il settore trainante dell’economia italiana, tedesca ed europea, insieme ai settori tradizionali come alimentari, tessile e artigianato. Purtroppo, nonostante una pacificazione dei rapporti Usa e Cina che ha sospeso per un periodo la guerra economica le conseguenze delle tensioni si fanno ancora sentire. L’Europa è sconfortata dai dati economici allarmanti di Italia, Germania, e Francia a causa delle tensioni politiche interne alle tre nazioni. Anche la Spagna registra una decrescita insieme all’Inghilterra di cui si attendono ancora decisioni in merito alla Brexit. Analizziamo ora il dato italiano.

Il crollo dell’industria italiana 2017-2018

L’Istat italiano ha segnato un crollo nell’industria del 2,6% a novembre su base annuale con l’1,6% su ottobre. La Germania supera questo dato con un calo dell’1,9%. Una recessione considerata tecnica e congiunturale da parte degli analisti preoccupati delle possibili conseguenze commerciali.

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Italia, Germania e Francia confermano una decrescita nel settore automobilistico. Per noi, l’Istat ha confermato per le nostre auto la peggiore crisi, infatti da ottobre 2017 fino a ottobre 2018 il calo produttivo si attesta a -19,4% con un trend in discesa mensile dell’8,6%. Scendono anche i dati dei mezzi di trasporto, meccanica e macchinari. Si attendono scelte politiche coraggiose collegate alle promesse fatte nei mesi scorsi che puntano a rilanciare il settore produttivo con manovre sulle grandi opere. Settore alimentare e farmaceutico si salvano dal segno meno.

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Giuseppe Conte aveva risposto ai partner europei di essere consapevole dei dati negativi industriali e di aver “anticipato prima e compreso che sarebbe stata questa la ragionevole evoluzione del trend economico e ancora per questo è stato ancora più importante intervenire con una manovra nel segno della crescita e dello sviluppo sociale”. Luigi di Maio, insieme a Conte hanno partecipato agli Stati Generali dei Consulenti del Lavoro. Le riforme che metteranno in atto e che punteranno alla razionalizzazione del lavoro, alle grandi opere e al rinnovamento delle infrastrutture porteranno ad un nuovo boom economico e ad un rilancio industriale. I passi sono da fare lentamente e, infatti, Conte ha parlato prima delle assunzioni Eni e poi del reddito di cittadinanza annunciandone il differimento ad una settimana per fare le cose bene e perché si tratta di un provvedimento complesso su cui stiamo lavorando da mesi, stiamo prevedendo un sistema integrato e stiamo acquisendo i pareri della ragioneria”.

Cosa succede in Germania?

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La Germania ha registrato un calo di produzione dell’1,9% e Francia segue con l’1,3% sull’industria generale. In entrambi i paesi la discesa è collegata ad una congiuntura tecnica, per la Germania non tutti gli analisti sono preoccupati per le conseguenze sociali, il rischio di perdite posti di lavoro è minimo, il confronto con la Francia dove si sono avuti grossi scontri di piazza non è considerato in relazione agli andamenti industriali.

Sicuramente si registra una delusione nei confronti del governo tedesco accusato di essersi adagiato sulla ripresa e su una crescita incontrastata degli ultimi dieci anni nonostante una crisi finanziaria e internazionale che ha colpito diverse economie. Sono i numeri delle immatricolazioni auto ad aver inciso colpendo a catena settori produttivi determinanti e ad incidere l’inasprimento della guerra commerciale tra Usa e Cina dei mesi passati che ha colpito gli equilibri commerciali in due regioni affermate per Mercedes e Volkswagen. “La recessione tecnica pone fine ad un decennio di sviluppo e ricchezza”. il ministro delle Finanze, Olaf Schoz, ha dichiarato che se prima era solo una piccola ammaccatura adesso la Germania si trova in una seria debolezza che incidono sulla borsa tedesca e sui dati Pil. Le riforme politiche e le manovre di ripresa dovranno fare i conti con una recessione globale che sta cambiando. La crisi industriale tedesca però non inciderà sul mercato del lavoro.

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter