Mentre l’Italia stenta a riprendersi dalla crisi (differentemente da quello che ci viene detto quotidianamente dai media), la voce di un popolo sempre più stanco si fa sentire. Quel pezzo di “Bel Paese”, che non riesce ad uscire dal vortice nero delle difficoltà economiche e dei debiti contratti, causati da uno Stato assente e inerte di fronte il potere delle banche, chiede delle spiegazioni. Emergono da quella parte di cittadini, piccoli medi imprenditori, le reali problematiche nel portare avanti un’ azienda e soprattutto la propria famiglia. Le domande che assalgono tutti negli ultimi anni, a causa della crisi economica, sono innumerevoli e sono accentuate da termini come: Signoraggio, dittatura bancaria e da dubbi sempre maggiori: chi è, per chi lavora e come funziona Bankitalia?
La costituzione italiana nell’articolo 36 comma 1 recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.” Inoltre, nell’articolo 31 comma 1 dice: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.” Partendo da queste accezioni e dal fondamento della nostra Repubblica, ovvero, il lavoro, molti italiani si chiedono come sia possibile essere impossibilitati a portare avanti le proprie attività economiche per i paletti imposti dalle banche italiane, che sono le prime ad occuparsi della circolazione della moneta.
Dai media trapelano, anche se non abbastanza, discorsi sul Signoraggio delle banche che girano il plusvalore – che gli entra dalle restituzioni dei finanziamenti – alla BCE. Ma, In poche parole, cos’è questo Signoraggio? È il reddito ottenuto dalle banche centrali nazionali nell’esercizio delle funzioni di politica monetaria del SEBC (Sistema europeo di banche centrali). Per non parlare dei continui dubbi riguardanti l’infallibilità di BankItalia e l’ indipendenza che gli è concessa, visto che le sue azioni appartengono solo a banche, assicurazioni ed enti pubblici economici (ad esempio l’INPS). Infatti, la Banca Centrale italiana non è un ente pubblico, come generalmente si crede, ma è per il 90% controllata attraverso le quote delle maggiori banche private (Intesa San Paolo, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, ecc.). Le perplessità di tutti aumentano quando si arriva a discutere dell’intoccabile potere delle banche di moltiplicare la moneta a disposizione del Paese con del denaro fittizio, virtuale con assegni, carte di credito e cifre sulla memoria informatica del computer di Bankitalia.
Ci si sofferma sul problema del debito pubblico e si cerca di capire come poter uscire da questa situazione, ma il popolo non ha le armi per poter reagire a questa “dittatura”. Tuttavia, l’unica cosa chiara a la stragrande maggioranza delle persone sono le regole imposte dalle banche che mettono in ginocchio molte famiglie, che hanno visto sfumare i sacrifici di una vita, per non parlare delle impossibilità riscontrate nell’avviare un’attività produttiva. Infatti, sono molti gli imprenditori a cui è stato negato l’accesso al credito, perché ritenuti insolventi – non essendo già stati censiti nel passato – e l’apertura di un conto, che come ben sapete è essenziale per poter essere messi in regola per lo Stato italiano: sia nel caso dei dipendenti sia degli imprenditori. Bisogna sottolineare che l’apertura di conti correnti non è disciplinata direttamente dallo Stato, ma è discrezione del direttore di Banca scegliere se accettare tale richiesta oppure no.
La questione rimane irrisolta e le persone vorrebbero delle spiegazioni più vicine a loro per capire come sia possibile che in uno stato democratico si leda al diritto al lavoro (fondamento della nostra nazione), alla famiglia, alla libertà e ad avere un futuro migliore.