La geoingegneria solare riuscirà a sconfiggere veramente il surriscaldamento globale?

La geoingegneria solare è una frontiera scientifica ma anche politica e sociale per affrontare e contrastare il cambiamento climatico. In realtà, su questa disciplina e attività che richiede enormi sacrifici e investimenti ci sono delle rivalutazioni scientifiche ma anche delle questioni politiche e sociali

Nel 2017, Focus raccontò un esperimento degli Stati Uniti di geoingegneria solare e climatica. Per contrastare il surriscaldamento climatico venne iniettata nella stratosfera una quantità di aerosol tale da riuscire a raffreddare una parte dell’atmosfera. Si può, grandi costi e sacrifici, ripetere artificialmente un meccanismo che in natura viene fatto dai vulcani attraverso violente eruzioni che sparano grosse quantità di calore e ceneri.

Questo progetto dell’Università di Harvard costò venti milioni di dollari e apre ancora oggi questioni politiche, sociali ed economiche sulla geoingegneria in grado di modificare la temperatura terrestre globale. Una decisione importante non può essere di un solo o pochi Stati ma di una comunità internazionale molto ampia.

Aeresol nell’atmosfera: la geoingegneria solare studiata da Caltech insieme alla Nasa

A distanza di anni da quel primo esperimento, una ricerca della Caltech (California Institute of Technology) aggiunge nuovi dati e conferma che il solo pompaggio di aerosol nell’atmosfera non è in grado di prevenire e fermare il riscaldamento catastrofico a lungo termine.

Tapio Schneider, uno dei ricercatori senior che collabora con Caltech anche per la Nasa, afferma che se “le emissioni di gas serra continuano ad essere elevate per più di un secolo, la geoingegneria solare con i suoi strumenti di ultima generazione diventa inutile“.

Un gruppo di scienziati a Washington ha studiato gli effetti degli aerosol nell’atmosfera applicati precedentemente. Con delle simulazioni al computer e ad alta definizione hanno dimostrato come concentrazioni elevate di CO2 (anidride carbonica) rompano le nubi stratocumuli basse innescando un riscaldamento brusco di 10 gradi Fahrenheit.

Effetto serra, continua produzione di Co2 e geoingegneria non possono esistere

Gas serra, anidride carbonica e industrializzazione – Credit Photo Pixabay

Nello spiegare il meccanismo base della geoingegneria solare, gli scienziati della Caltech che collaborano con la Nasa spiegano la funzione importante delle nuvole e della radiazione infrarossa.

Si può bloccare la luce solare artificialmente per un periodo di breve termine ma a salvarci ogni giorno la vita dal surriscaldamento sono proprio le nuvole.

Gli stratocumuli bassi, infatti, raffreddano il globo riflettendo la luce solare nello spazio. Portando questa radiazione sopra le loro cime contribuiscono a raffreddare la loro aria interna che ricadrà sia sulla superficie terrestre che sugli oceani.

Schneider dichiara che agli inizi della storia terrestre, il sole era più debole e l’ambiente terrestre era più caldo. Il clima di oggi è il risultato di un processo di cambiamenti naturali millenari.

Con l’industrializzazione nell’atmosfera sono arrivate grosse quantità di CO2 che hanno indebolito la capacità delle nuvole di irradiare la luce solare e raffreddare l’aria interna all’atmosfera. La conclusione di Schneider di Caltech è che “continuando a emettere gas serra, con o senza geoingegneria, gli esseri umani stanno perturbando un sistema incredibilmente complesso che potrebbe riservarci sorprese climatiche”.

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter