La plastica è maggiore nei fondali marini: a rischio la barriera corallina

Finalmente gli scienziati sono riusciti a studiare gli effetti nei fondali marini più profondi dell'inquinamento da microplastiche. Parliamo di ben tre oceani dove viene minacciata la barriera corallina e la complessità degli ecosistemi collegati

Un gruppo di scienziati, attraverso numerose immersioni negli oceani, hanno scoperto che l’inquinamento da plastica ha raggiunto i fondali marini più profondi. I detriti plastici danneggiano la barriere coralline e la ricca biodiversità di molte parti dell’oceano, addirittura aree protette.

L’inquinamento da plastica è prodotto principalmente dalle attività di pesca che rilasciano molti rifiuti. Gli scienziati hanno voluto studiare gli effetti di questo inquinamento nelle profondità oceaniche, il rapporto è stato divulgato sulla rivista Nature, con il titolo “Plastic Pollution on the world’s coral reefs“.

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1200 immersioni in tre oceani diversi

Il team internazionale di ricercatori ha eseguito ben 1200 immersioni subacquee con ispezioni visive. Sono stati esaminati ben 84 ecosistemi corallini in 25 località diverse, in 14 paesi, in tre oceani: Indiano, Pacifico e Atlantico. Lo studio voleva inquadrare i fattori che influenzano l’inquinamento da plastica, i suoi effetti nelle profondità oceaniche, le misure da adottare per contrastare il fenomeno e migliorare la conservazione degli ecosistemi. Forse nasceranno nuove aree di conservazione, si adotteranno nuove azioni di salvaguardia, verranno ingrandite le aree protette già esistenti.

Inquinamento da plastiche ma anche da pesca

L’ittiologo Hudson Pinheiro, PhD dell’Universidade de São Paulo e della California Academy of Sciences ha spiegato con precisione quali danni provocano le microplastiche e anche le numerose lenze di esca lasciate negli oceani. Principalmente, provocano malattie ai coralli che spesso danneggiano anche gli animali e le piante legate a loro. La barriera corallina viene utilizzata da molti pesci anche per nascondersi dai predatori oppure per deporre uova. Le lenze lasciate dai pescatori con navi e imbarcazioni, invece, incidono sulla complessità strutturare della barriera e in più finiscono nel corpo dei grandi animali marini.

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La scoperta più importante dello studio

L’88% dell’inquinamento rilevato dagli studiosi consisteva proprio in microplastiche. Gli scienziati ipotizzano che la presenza dei micro detriti in profondità è dovuto anche all’effetto delle onde, delle turbolenze vicino alla superficie, degli effetti atmosferici.

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Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter