Si chiama Walter James Palmer l’uomo che ha ucciso Cecil, è un dentista americano, originario del Minnesota.
La notizia è stata pubblicata per la prima volta dal quotidiano Britannico Telegraph che ha reso noto quanto accaduto: Palmer avrebbe dato la caccia al leone grazie all’aiuto di due uomini, Theo Bronchorst, un cacciatore professionista e il proprietario di una fattoria.
Bronchorst è colui che materialmente ha attirato il leone fuori dalla riserva per permettere a Palmer di colpirlo.
L’episodio è avvenuto nei primi giorni di luglio, secondo le ricostruzioni, Cecil è stato rintracciato grazie al segnale del collare gps che indossava dal 1999 (l’esemplare aveva 13 anni ed era protetto e studiato dall’università di Oxford).
Una volta attratto fuori dalla riserva grazie ad un’esca, Cecil è stato colpito con una freccia da Palmer, spaventato e ferito l’animale è fuggito e la caccia si è protratta per oltre 40 ore prima di concludersi.
Le guardie del parco sono riusciti a rintracciare il corpo dell’animale solo diversi giorni dopo, trovandolo privo di testa.
Palmer è rientrato in america e si difende dagli appellativi di Killer che gli sono stati dati dalla rete, asserendo che non credeva fosse illegale uccidere il leone.
La caccia la pratica “responsabilmente”.
Questa è la dichiarazione fornita dall’uomo il quale spiega di essersi affidato alle sue guide per poter svolgere in completa legalità un’attività che ama e pratica da anni.
Le polemiche per l’uccisione di Cecil tuttavia non si placano e l’uomo è stato costretto a tenere chiusa la sua attività a seguito di minacce di impiccagione ricevute.
La sua pagina Facebook è stata letteralmente inondata di messaggi di insulti minatori e quindi oscurata.
Lo Zimbabwe ha chiesto l’estradizione per l’uomo e il governo americano sembra decisio a processarlo.
Sembra la vittoria degli animalisti a tutto tondo ma non posso far a meno di chiedermi quanto di ciò che sta accadendo sia realmente frutto di una maggior coscienza e attenzione verso il mondo animale e quanto piuttosto non sia frutto di semplice massificazione e di un fenomeno sociale causato da internet.
Palmer è un uomo che da anni si dedica alla caccia, non è difficile trovare in rete sue foto con altre prede eppure solo adesso l’opinione pubblica sembra aver aperto gli occhi sulla sua attività.
Mentre il mondo si prodiga e soffre per Cecil, moltissimi animali continuano ad essere cacciati per mano dei bracconieri, uccisi nell’industria alimentare ma nessuna di queste voci innocenti trova sfogo sui giornali.
Cosa ci indigna dunque?
L’uccisione di un animale?
Il fatto che fosse all’interno di una riserva?
O forse, con molta probabilità è semplicemente un sentimento – almeno nella maggioranza dei casi – nato dalla condivisione della notizia e dal fatto che milioni di altre persone, insieme a noi, stanno provando compassione per la morte di Cecil.
Un sentimento indotto che dovrebbe farci riflettere su quanto di ciò che proviamo nasca dalla nostra coscienza e quanto da quella comune.