Tutta l’iniziale politica di Matteo Renzi si è basata sugli 80 euro del bonus dati in busta paga ai dipendenti con reddito basso ed è da mesi che si discute in parlamento, su questi effettivi 80 euro che hanno scatenato polemiche da più parti suscitando una reazione anche in chi non fa politica per professione (vedi il rocker Piero Pelù); in realtà questo bonus servirebbe per rilanciare l’economia ma a distanza di mesi il bonus continua a far discutere e i tecnici del parlamento hanno decisamente bocciato il decreto Renzi.
Il problema si è scatenato quando il bonus lo hanno ricevuto dipendenti a cui non spetta per errore si presume, categorie non facenti parte la fascia scelta per il bonus; il punto è che i destinatari del bonus sono stati identificati in base ai redditi 2011 ma la situazione attuale potrebbe essere cambiata da un punto di vista del reddito. I tecnici hanno fatto notare alcuni aspetti non chiari del decreto legge e come mai i redditi del 2011 sono stati estrapolati al 2014 e che bisognerebbe fare un aggiornamento sugli attuali redditi dei destinatari del bonus, cosa che non è stata fatta e risulta addirittura un addebito anche a destinatari decisamente benestanti che si presume debbano restituire l’addebito. Come rimediare e fare chiarezza? La platea a cui è stato esteso il bonus è troppo vasta oppure troppo ridotta?
Di certo quelli con partita IVA sono stati esclusi e perché lasciare fuori anche gli stagisti? A chi veramente è andato il bonus?
DANIELA MEROLA