Moscovici tende la mano all’Italia

Dopo il NO di Bruxelles alla legge di bilancio, arriva uno spiraglio di risoluzione

Il commissario europeo per gli affari economici e monetari Moscovici ha deciso ti tendere una mano all’Italia. In conferenza stampa si è reso disponibile a trovare una soluzione tra il nostro paese e l’Unione Europea. Sue le dichiarizioni: “ci sforziamo per trovare delle soluzioni”. “La porta resta aperta – la mano tesa. Non sono mai stato un partigiano delle sanzioni. Penso che siano sempre un fallimento“.

il dolce: l’incontro di sabato scorso

Il commissario francese ha tenuto a precisare che l’incontro di sabato scorso è stato pacato.  Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, il premier Conte e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si sonon incontrati per risolvrere le controversie. Ha definito così tale riunione “utile, costruttivaamichevole e distesa”. Pare che comunque ci siano stati degli approfondimenti, ma che “il caso Italia” rimane una patata bollente al pari di Brexit e le tensioni commerciali globali. Il capo dello stato ha dimostrato anche la volontà dell’Italia di portare avanti una legge di bilancio su cui crede.

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L’amaro: la procedura di infrazione

Se ha un lato la mano è tesa dall’altro c’è l’aria di avvisaglia in merito all’infrazione. “Allo stato attuale, per quanto riguarda il debito”, la procedura d’infrazione “sarebbe necessaria”- ha poi continuato Moscovici. Sembra però, che ancora non sia detta l’ultima parola. La procedura di infrazione deriva dall’attuazione dell’articolo 126 degli accordi europei. Gli stati membri devono garantire solidità finanziari, attraverso il soddisfacimento di due criteri:

  • il loro disavanzo di bilancio non deve superare il 3% del prodotto interno lordo (PIL)
  • il debito pubblico (debito del governo e degli enti pubblici) non deve superare il 60% del PIL.

Se il nostro paese, come tutti gli altri, non può garantire tale solidità può ottenere appunto una procedura di infrazione. La procedura però partirebbe da aprile 2019, quando l’UE potrebbe chiedere all’Italia il rientro dal disavanzo.

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Intanto, Salvini e Di Maio tendono a precisare che nessun nuovo documento verrà mandato a Bruxelles. Del resto la manovra deve ancora essere approvata dal Parlamento italiano, parlare di multe al nostro paese appare abbastanza prematuro.