Mutui: con la decisione della Bce, quelli a tasso fisso i più convenienti

Le conseguenze dell'annuncio di Bce sul l'aumento dei tassi di interesse. I mutui a tasso fisso più convenienti di quelli a tasso variabile

Quel che pare chiaro e facilmente intuibile è che, dopo le annunciate posizioni della Bce, i mutui a tasso fisso saranno più convenienti.

Un po’ più complicato spiegarne il motivo.

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L’aumento di 50 punti base per volta mette ansia ai mercati. Ma l’indice Irs è più resiliente.

Le decisioni annunciate da Christine Lagarde non arrivano sul mercato come un fulmine a ciel sereno ma creano, comunque, nervosismo e una certa instabilità . E responsabile, in particolare, di tale effetto, si è rivelata la dichiarazione di voler alzare i tassi per un periodo di tempo piuttosto lungo, per contrastare l’inflazione.  

Già nelle ultime settimane, si era notata la tendenza, nel mercato dei mutui, a spostarsi verso quelli a tasso fisso. L’Irs a 20 anni, infatti, tra ottobre e novembre aveva superato a più riprese la soglia del 3%. Dopo le dichiarazioni di Lagarde, si fermava al 2,38%.

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Ma cos’è l’indice Irs?

L’Irs (o Eurirs) è il tasso che viene applicato a un mutuo a tasso fisso: si tratta di un parametro che, per la banca che eroga il mutuo, rappresenta una garanzia proprio per gli eventuali effetti negativi che potrebbe avere l’invariabilità del saggio.

L’irs viene calcolato tenendo conto delle oscillazioni dei mercati obbligazionari e degli accordi presi con soggetti che decidono di accettare i rischi di tali mercati. I dati ottenuti vengono proiettati in un grafico e fanno da storico annuale. L’irs si calcola facendo la media di questi dati, su un periodo di 15 anni. Le quotazioni dell’IRS dipendono strettamente dai mercati dei tassi a lungo termine: il loro andamento coincide con quello degli investimenti obbligazionari di pari durata. Secondo la logica generale, più è lungo il periodo a tasso fisso, più sarà alto il relativo interesse.

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Indice Euribor più nervoso

Meno tranquillo, invece,  si è dimostrato l’Euribor, l’indice usato per il riferimento sui mutui a tasso variabile. Lo spiega Guido Bertollino, di MutuiSupermarket “La curva dei future dell’Euribor si è alzata di 20 punti base rispetto a quella che vedevamo alla vigilia dell’annuncio di Lagarde”.

L’andamento dell’indice, secondo i future, lo vede oltre il 3% in primavera, stazionario al 3,5% durante l’estate ed in discesa di nuovo verso il 3% nei primi sei mesi del 2004.

I mutui a tasso fisso sono più convenienti di quelli a tasso variabile

Ed ecco il motivo per cui gli analisti prevedono che i tassi fissi saranno più convenienti di quelli variabili, naturalmente a parità dello spread applicato dalle banche che, comunque, solitamente non supera l’1% per i contratti a tasso variabile.