Secondo l’esperto, una riapertura durante le feste natalizie non è possibile, e afferma: “Dopo le feste ci ritroveremmo allo stesso punto. Dovremmo riniziare tutto da capo“.
“I casi non stanno aumentando al ritmo della settimana scorsa. Se ieri fossero stati fatti 210-220mila tamponi, saremmo arrivati a circa 36-37mila casi. Quindi ci troviamo davanti a piccole variazioni rispetto al numero dei casi. Sicuramente le misure hanno avuto l’effetto di rallentare l’andamento della curva: la prossima settimana vedremo se la curva inizierà a scendere. Se non scende, bisogna fare qualche altra cosa. Sono morte 9mila persone dall’inizio della seconda ondata, le famiglie stanno pagando un prezzo emotivo immenso”.
Crisanti, conscio del fatto che “l’obiettivo del governo era smorzare il picco senza compromettere la componente economica che si vuole preservare” è però al contempo turbato per la situazione del sistema sanitario, che oramai sembra vacillare, ed è per questo che l’esperto ricorda agli italiani che rispettare le regole è fondmentale. A costo di duri sacrifici: “È un obiettivo che in qualche modo stiamo raggiungendo. Stiamo imponendo un sacrificio importante agli italiani, stiamo accettando un sacrificio sociale ed emotivo ogni giorno con 500 morti”.
Infine, sul vaccino l’esperto ha spiegato che “non si sa se i vulnerabili sono protetti e se chi è protetto diventa un portatore sano. Comunque occorre costruire un sistema di controllo e tracciamento sul territorio, anche perché immunizzare tutti è uno sforzo logistico immane”.