Navigare lungo le coste del Sud-Est asiatico offre uno sguardo intenso e drammatico sulle vite dei pescatori e delle loro famiglie, come riportato da un recente servizio fotografico di Nicole Tung. Questo lavoro, che ha vinto il Premio Carmignac di fotogiornalismo, non solo evidenzia la dura realtà dei pescatori, ma pone anche una lente d’ingrandimento sulle implicazioni ambientali e sociali della pesca sovrasfruttata.
L’impatto dell’industria della pesca nel sud-est asiatico
Nel tempo, la pesca in questa regione è passata dall’essere un’attività artigianale a un’industria globalizzata ipertecnologica. Questo ha provocato un incremento del sovrasfruttamento ittico e della pesca illegale, mentre la domanda continua a crescere stimolata da una popolazione in continua espansione. Pescatori nelle Filippine, in Indonesia e in Thailandia si trovano a navigare in acque sempre più povere di risorse, obbligati a viaggi sempre più lunghi e rischiosi, come evidenziato da Nicole Tung.
La vita quotidiana dei pescatori
Una delle immagini catturate da Tung mostra un gruppo di pescatori nelle Filippine intenti a scaricare tonni pinna gialla, tonni obesi e marlin blu. Questi uomini restano in mare per settimane, lontani dalle loro famiglie, per una pescata che spesso non è sufficiente a garantire un sostegno economico stabile. Una situazione comune per molti pescatori del Sud-Est asiatico.
Sovrasfruttamento ittico
- Definizione: Prelievo di pesci dalle loro popolazioni naturali a un ritmo che supera la capacità di riproduzione della specie.
- Curiosità: Secondo la FAO, nel 2020 circa il 34% degli stock ittici mondiali era sovrasfruttato.
- Dati chiave: Il Sud-Est asiatico è tra le regioni con il maggiore sfruttamento di risorse ittiche, mettendo a rischio molte specie.
Conseguenze sociali ed economiche
Oltre alle problematiche ambientali, la pesca eccessiva ha conseguenze devastanti sulle comunità locali. In Thailandia, ad esempio, i lavoratori dei porti, spesso immigrati da Myanmar, affrontano condizioni di lavoro precarie mentre cercano di smistare le numerose specie ittiche che arrivano al molo. Inoltre, le comunità indigene come gli Urak Lawoi hanno dovuto adattarsi a questo cambiamento, trasformando il loro modo di vivere, una volta basato principalmente sulla pesca, per far fronte alla crescente industria del turismo.
La risposta delle organizzazioni internazionali
Per affrontare queste sfide, diverse organizzazioni internazionali stanno lavorando con governi locali per implementare misure sostenibili. Sforzi comuni sono stati indirizzati verso la creazione di aree marine protette e pratiche di pesca responsabile. L’implementazione e la gestione di tali misure richiedono un impegno congiunto e la collaborazione di diverse entità.
- Creazione di aree marine protette: Zone di mare dove sono vietate o limitate le attività di pesca.
- Educazione e sensibilizzazione: Programmi per educare le comunità locali sulle pratiche di pesca sostenibili.
- Supporto economico: Sviluppo di alternative economiche per ridurre l’impatto sulle famiglie dei pescatori.
Un cambiamento necessario dei consumatori
Secondo Nicole Tung, il cambiamento comincia anche dai consumatori. Essere consapevoli delle proprie scelte alimentari e optare per prodotti ittici sostenibili può influenzare positivamente l’industria della pesca. Implicano impegno nell’informarsi e sostenere imprese che rispettano l’ambiente. In tal modo, è possibile contribuire alla salvaguardia degli oceani e alle comunità che vi dipendono.
Questa storia ci invita a riflettere sulle implicazioni delle nostre scelte quotidiane e sulla complessità di un sistema che collega direttamente la nostra tavola con il benessere del nostro pianeta. Le immagini di Tung ci tengono con i piedi per terra, ricordandoci che dietro ogni pasto vi è una fitta rete di storie umane ed ecologiche.












