Prestazione di lavoro occasionale: guida all’uso

lavoro-occasionaleI tipi di contratto atipico continuano ad aumentare, portando con sé confusione e dubbi. In realtà la flessibilità che attualmente caratterizza il mondo del lavoro rende possibile a molte persone disoccupate o che lavorano saltuariamente e vorrebbero guadagnare di più di svolgere regolarmente attività lavorative di breve durata, come avviene nel caso della prestazione occasionale. Di che cosa si tratta? Come funziona?

La prestazione occasionale è una formula nuova caratterizzata da estrema elasticità ma mirata a permettere a chi ha bisogno di un collaboratore di poterlo pagare al di fuori del cosiddetto mercato nero.

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Tuttavia non tutti conoscono le opportunità offerte da questa tipologia contrattuale atipica e la conseguenza è che molti non la adoperano. Per questo nel nostro articolo vogliamo spiegare le caratteristiche del lavoro occasionale, in modo che sia semplice usufruire dei vantaggi che scaturiscono da essa.

Lavoro occasionale e contribuzione: cosa sapere

Abbiamo anticipato che questa tipologia di collaborazione prevede uno sgravio se non un’esenzione dal punto di vista della tassazione. Cosa significa? Significa che coloro che non superano i limiti sopracitati (30 giorni e 5000 euro) non deve pagare il corrispettivo all’Inps, in quanto il lavoratore occasionale non va considerato come un lavoratore dipendente o come uno autonomo, ciò sulla base della necessità dell’assenza di un vincolo di subordinazione e sull’obbligo di non superare una determinata cifra retributiva. Tali caratteristiche escludono che il lavoratore possa avere diritto ad assegni di previdenza sociale, e quindi non va versato nulla alle casse dell’Ente Previdenziale.

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Cosa avviene se si supera la cifra già citata? In questo caso il lavoratore ha l’onere di iscriversi presso al Gestione Separata dell’Inps, in quanto a questo punto deve versare il dovuto all’Ente.  Attenzione però: tali contributi sono da versare soltanto in relazione alla paga che eccede ai 5000 euro.

Come regolarizzare il lavoro occasionale?

Abbiamo già detto che, nonostante l’assenza di contribuzione, la prestazione occasionale è legale e non prevede sanzioni. Ma come comportarsi perché ciò avvenga nel rispetto della legge? Il committente ha l’obbligo di rilasciare una ricevuta di pagamento, in cui vanno specificati alcuni dati, ossia quelli del committente e del lavoratore occasionale, i dati relativi alla ricevuta (ossia la data ed il numero), la cifra percepita lorda e l’importo della ritenuta d’acconto e infine la cifra netta percepita dal prestatore d’opera.

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Un’ulteriore accortezza da adoperare nel rilascio della fattura è l’apposizione di una marca da bollo da 1,81 euro nei casi in cui il compenso indicato nella fattura stessa sia maggiore di 77,47 euro.

Come dichiarare i compensi da prestazione di lavoro occasionale

Il titolo di questo paragrafo tocca un altro tema molto importante, ossia quello legato alla dichiarazione del reddito. Come comportarsi quando si hanno in mano queste ricevute? Eccolo spiegato: il reddito così percepito rientra nella categoria di reddito diverso (Testo Unico delle Imposte sui Redditi,  articolo 67) e vanno dichiarati sul modello Unico Pf. Sono esclusi da tale dichiarazione coloro che abbiano guadagnato una cifra inferiore ai 4800 euro lordi (se questo è l’unico reddito percepito). È in realtà consigliato fare la dichiarazione dei redditi anche in questo caso, poiché da tale operazione è possibile ottenere un rimborso delle imposte versate, cifra che potrebbe tornare utile a chi ha guadagnato poco.

Se il lavoratore occasionale percepisce anche un reddito da lavoro dipendente, allora tale introito va a sommarsi a quelli Irpef, in quanto si somma e ne determina le soglie utili per capire a quale scaglione ci si deve riferire.

Soggetti che non possono svolgere questo tipo di attività

Concludiamo il nostro articolo sottolineando quali soggetti sono esclusi dalla possibilità di lavorare occasionalmente: si tratta dei lavoratori dipendenti del settore pubblico, coloro che sono iscritti ad un albo legato ad una professione intellettuale e infine coloro che lavorano in enti sportivi riconosciuti legalmente.

Insomma, questo tipo di contratto atipico è volto soprattutto a cercare di contrastare il lavoro nero, che ha conseguenze negative sul gettito fiscale, e di dare respiro a chi ha bisogno di lavorare, permettendo di creare forme di lavoro flessibili e regolari. Conoscere l’esistenza di queste formule di collaborazione è importante, poiché farsi cogliere in flagrante con un lavoratore irregolare vuol dire pagare multe salate, quando in realtà nel modo qui descritto è possibile avere esenzioni importanti alla piena luce del sole.