Dal 1 agosto è in vigore per tutti i distributori di benzina l’esposizione del cartello con il prezzo medio dei carburanti e a conti fatti sono ben 17 i giorni il prezzo del carburante aumenta senza sosta e soprattutto senza dar segno di volersi arrestare. Gli ultimi aggiornamenti ci dicono che ormai i prezzi sono alle stelle, il prezzo medio della benzina sembra assestarsi a 2,019 euro al litro, mentre quello del gasolio di 1,928 euro.
Se si confronta il pieno di benzina del mese di agosto rispetto a quello di Maggio si nota come costi ben 6,6 euro in più, 13,2 cent al litro, mentre il rincaro è di 8,9 euro per il gasolio, +17,7 cent al litro.
In questi 17 giorni Urso ha cercato di arrampicarsi sugli specchi dando la colpa del rincaro a chi si fa servire invece di usare il self service, poi ai distributori e ai raffinatori, oggi Adolfo Urss come ormai in molti lo chiamano, dichiara: “La benzina in Italia ha il prezzo industriale più basso d’Europa, se poi il prezzo finale alla pompa diventa il più alto è colpa delle accise”.
Ma indovinate un po’ chi mette le accise? Il Governo. Quindi è chiaro che la colpa di un prezzo finale eccessivamente alto è proprio di quest’ultimo considerando che sul costo pagato dal consumatore ben il 58% è fiscale, il resto industriale.
Quindi sarebbe sufficiente tagliare le accise. No, non è una strada percorribile, anzi sarebbe eccessivamente gravosa per l’Italia, considerando che “le accise vanno a finanziare il taglio del cuneo fiscale“. Un cane che si morde la coda, come spesso succede in Italia.