Protesi hi-tech ecco la mano che piega le dita come quella vera

E' economica rispetto alle normali protesi hi-tech e non necessita di intervento chirurgico, sarà in commercio dal 2019.

E’ pronta la mano artificiale che piega le dita come quella vera, afferra gli oggetti con un’efficienza pari al 90% di quella naturale.

L’Italia sta facendo passi da gigante nel campo delle protesi robotiche, l’ultimo gioiellino dei Rehab Technologies Lab è la mano artificiale. Il laboratorio è nato nel 2013, frutto del lavoro congiunto tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit). Questa protesi è stata presentata a Roma e sarà in commercio nel 2019, è economica e non necessita di bisturi.

Durante la presentazione ha parlato Marco Zambelli ai microfoni Ansa, aveva sperimentato la versione precedente a tre dita inventata da Inail e Lit. “Posso piegare le dita con la forza che voglio e cominciare a dimenticare di dover utilizzare sempre e comunque l’altra mano“. Dopo aver dichiarato queste parole ha stretto la mano del ministro Poletti proprio con questa protesi.

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Il nome scelto è Hannes, in onore di Hannes Scmidl, il primo direttore tecnico del centro protesi dell’Inail. Nel 1965 aveva costruito la prima mano artificiale controllata da impulsi nervosi trasmessi dai muscoli.

Questa protesi si avvicina tantissimo alla mano umana, è similare nel compiere i gesti per ben il 90%. Un’importante novità per chi ha subito un incidente oppure possiede una malformazione dalla nascita. Con questa protesi può finalmente avere un controllo completo, come con la mano vera. L’applicazione non richiede chirurgia ed è molto più economica di quelle in commercio.

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Un’importante strumento per la chirurgia italiana, il punto di partenza per questa protesi è stato il robot umanoide iCub costruito nel 2010 dall’Iit. “una straordinaria palestra per sviluppare componenti al servizio dell’uomo. La mano è solo il primo esempio,
ma sulla stessa base stiamo sviluppando esoscheletri e protesi di braccia e gambe”. Ha dichiarato il direttore scientifico dell’Iit, Roberto Cingolani.