Il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2014

centro studi IDOS

Si svolge a Roma la presentazione del Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2014. Il contenuto economico e sociale del volume è illustrato il 10 luglio 2014 alle 10.30, nelle sale dell’Auditorium situato in via Rieti, 13. C’è un interessante dibattito per aumentare la riflessione sulle tematiche economiche e sociali riguardanti l’Europa. Sono presenti all’incontro, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni promotrici, il senatore Claudio Micheloni, Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero e il Direttore Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione presso il Ministero del Lavoro, Natale Forlani. Nei mesi successivi, IDOS e le organizzazioni promotrici, presentano la pubblicazione in diverse città italiane.

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Il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2014 completa il panorama dei rapporti annuali sull’immigrazione con una pubblicazione dedicata all’inserimento imprenditoriale, curata dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con Unioncamere, Camera di Commercio di Roma, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, MoneyGram e con il supporto di diversi esperti e altre strutture.

Il nuovo Rapporto analizza l’imprenditorialità immigrata a tre diversi livelli (europeo, nazionale e territoriale), con approfondimenti mirati per individuare la specifica contribuzione degli immigrati nel panorama imprenditoriale italiano.

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Nell’Unione europea a 28, secondo le statistiche Eurostat (parziali in quanto non inclusive, ad esempio, del settore agricolo e a base campionaria), gli imprenditori immigrati sono quasi due milioni, concentrati specialmente in Germania e in Gran Bretagna.

C’è un’affermazione di un’imprenditorialità molecolare in Italia con le imprese di ridotte dimensioni. Tutto ciò rende difficile un buon inserimento nel mercato globalizzato, come indicano le evidenti difficoltà delle imprese artigiane, in diminuzione dal 2009. Gli imprenditori nati all’estero sono riusciti a mantenere un significativo dinamismo imprenditoriale anche durante gli anni della crisi economica, compensando la tendenziale diminuzione delle imprese guidate dagli italiani.

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Se nel 2013 le imprese italiane registrano il segno negativo, diversa è la situazione per quelle dirette dai lavoratori immigrati poiché incassano un andamento positivo. A seguito di questi risultati economici è bene confidare sulla possibilità di un loro supporto al sistema economico-produttivo italiano, senza tralasciare lo sviluppo dei Paesi di origine.

Sul territorio italiano il panorama è frastagliato, con una maggiore concentrazione delle iniziative nel Nord, nel Centro e nel Meridione. La Commissione Europea, nel piano d’azione Imprenditorialità 2020, attribuisce a questi operatori un ruolo fondamentale per il rilancio dell’Unione europea.

La giusta attenzione verso gli investitori esteri non deve trascurare il ruolo degli immigrati, poiché continuano a passare dal lavoro dipendente a quello autonomo-imprenditoriale. È sicuramente un buon trend positivo, capace di posizionare l’Italia come il Paese europeo leader per numero di imprenditori nati all’estero.