È stato presentato giovedì scorso il World Happiness Report, il Rapporto sulla felicità nel mondo 2015 che in 173 pagine stila la classifica dei paesi più felici con una scala che va da 0 a 10 basata su un indice che tiene conto di dati come il reddito pro capite, l’aspettativa di vita e la percezione del proprio livello di soddisfazione.
Il Rapporto globale sulla felicità 2015 è stato elaborato per il Programma di sviluppo sostenibile dell’Onu da John Helliwell della University of British Columbia, Richard Layard della London School of Economics e Jeffrey D. Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia University.
Il rapporto di quest’anno, rispetto al primo, quello del 2012, mette in evidenza gli effetti della crisi economica sulla felicità: l’indice della felicità ha infatti accusato il più forte calo in Grecia dove è sceso di 1,5 punti. L’Italia invece in questi tre anni ha perso 0,8 punti ed è al cinquantesimo posto.
Il paese più felice del mondo secondo il Rapporto 2015 è la Svizzera, con un punteggio di 7,59, che sale sul podio con l’Islanda (7,56) e la Danimarca (7,52), che nel 2012 era al primo posto. Tra i primi dieci dei 150 paesi censiti ci sono anche Norvegia, Canada, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia, Nuova Zelanda e Australia. Molti dei Paesi più felici hanno climi rigidi. Ciò significa che, come era emerso anche negli scorsi anni, non è il clima ad incidere sulla felicità.
«Se le istituzioni si rivelano inadeguate di fronte alle sfide poste dalla crisi, l’impatto sulla felicità è ancora maggiore» si legge nel rapporto in cui emerge chiaramente che è la capacità di governare delle istituzioni, accanto alla prosperità finanziaria, il fattore che incide maggiormente sulla felicità dei cittadini.