Con le continue restrizioni che, purtroppo, il Covid ci impone, diventa sempre più difficile per i ristoratori risalire la china. I presidi e i sit-in dilagano in tutte le città d’Italia, un po’ ovunque i ristoratori sono scesi in piazza per manifestare. Questa volta è il turno di Bari, dove i ristoratori chiedono aiuti al governo per non fallire.
“Cominciamo oggi un presidio a oltranza in un luogo simbolico che abbiamo scelto come punto di incontro” spiega Gianni Del Mastro.
Poi aggiunge: “Chiediamo di essere ascoltati, di essere ricevuti dalla prefetta perché si faccia portavoce con il Governo della nostra disperazione. Dicembre è stato un mese terribile e se non arrivano aiuti a gennaio la metà della nostre attività chiuderà e fallirà”.
Hanno apparecchiato una tavola, poi davanti ad essa hanno posizionato uno striscione con la scritta “Se falliamo noi fallite voi. La ristorazione va tutelata”.
Per i prossimi giorni hanno già annunciato altri presidi e addirittura uno sciopero della fame.
Anche in Trentino la situazione è analoga e i ristoratori sono in protesta.
“I numeri parlano chiaro e riguardano soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell’economia del territorio. Il turismo sta attraversando un periodo veramente buio e la luce in fondo al tunnel sembra ancora parecchio lontana. Bar e ristoranti continuano a tenere la serranda abbassata se non per l’asporto e il domicilio e hanno perso un miliardo di fatturato al livello nazionale solo tra Natale e Capodanno” dice Massimiliano Peterlana, ristoratore e presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino.
“La situazione è critica”, osservano i presidenti delle associazioni dei pubblici esercizi e dei ristoratori aderenti a Confcommercio Trentino.