I sogni segreti di Walter Mitty

walter mitty

Chi non ha mai desiderato di vedere realizzarsi tutto ciò che la nostra mente immagina?

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Situazioni, aspirazioni, cose e persone. Salvo poi accorgersi che si trattava solo di pura immaginazione, cioè quel processo che ci spinge a fermarci da quello che stiamo facendo e ad uscire per pochi istanti dalla realtà che viviamo per visualizzare un qualcosa che non esiste per gli altri ma esiste solo per noi. Certe volte ci sembra addirittura cosi reale e vivido e vi siamo talmente immersi che la vita che viviamo sembra non reggere il paragone.

Ma siamo davvero certi che la nostra vita non possa essere all’altezza o addirittura meglio? Siamo certi di non essere capaci di portare quelle emozioni nella realtà così da trasformarle in avvenimenti da vivere?

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Questo è l’incipit de I sogni segreti di Walter Mitty, la cui gestazione travagliata (era iniziata negli anni’90) ha finalmente raggiunto la produzione per poi vedere la luce nelle mani di Ben Stiller, sempre più convincente in veste di regista.

Tratto dal racconto di James Thurber del 1939 The secret life of Walter Mitty, il film di Stiller scaturisce proprio da questa idea. Il ruolo, a volte dominante, dell’immaginazione nella nostra vita. Un ruolo che in molte persone come il protagonista prende il sopravvento e costringe a vivere una realtà alternativa, sino a rendere la vita reale apparentemente piatta e ripetitiva.

 

Walter Mitty lavora come editor fotografico in un magazine e conduce una vita monotona, regolare, noiosa insomma. E’ l’uomo medio. Innamorato segretamente di una collega di lavoro la quale diventa protagonista dei costanti viaggi mentali che lui compie durante la giornata, caratterizzati da atti di eroismo, avventure, rivalse contro le ingiustizie e relazioni amorose.

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Il tutto rappresenta ciò che Walter vorrebbe essere agli occhi della sua amata, e costituisce anche ciò che porta il protagonista ad estraniarsi dalla realtà talmente tanto da dimenticare quello che gli sta intorno.

Arriva un giorno in cui Walter dovrà farsi carico di una importante missione per salvare il proprio lavoro e quello di tanti altri. Una missione che potrebbe condurlo fin troppo lontano dalla vita e dalle sicurezze vissute finora: trovare “un introvabile” fotografo (Sean Penn!) per recuperare un importante negativo che dovrà diventare la copertina dell’ultimo numero del magazine per cui lavora.

Egli dovrà decidere se continuare ad essere semplice spettatore della propria immaginazione o se divenire protagonista della propria vita.

 

Stiller è bravo a maneggiare la storia rappresentandola come se fossero 2 atti distinti ma con una leggera sfumatura narrativa che ne costituisce l’evoluzione.

Un evoluzione che ha origine nelle visioni di un inguaribile sognatore per giungere alle vicissitudini di un uomo che prende le redini della propria vita, trasformandosi da spettatore in protagonista.

Il filo conduttore del film è infatti, oltre alla missione da compiere, il passaggio dalle fantasie croniche del personaggio allo scomparire delle stesse, per lasciare posto alla consapevolezza della propria vita e all’estrema importanza del contributo che ogni singola persona apporta al mondo.

Ben Stiller compie un avanzamento stilistico considerevole pur restando integro il suo linguaggio registico. Un film sobrio ed elegante corredato dalla giusta dose del suo humor più classico.

Non è “soltanto” uno dei soliti film su cui si può asserire: “c’è tutto, azione, sentimento, comicità…”. E’ soprattutto un film che ti trasporta con comicità e speranza verso l’emozione di sentirsi in qualche modo importanti, indispensabili.

 

Vi lascio con la consueta sintesi dei film che potrete trovare al cinema questa settimana.

Alla prossima. Buona visione!

 

In sala dal 06 Febbraio 2014

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