I super soldati sono un soggetto di tanti film, una via di mezzo tra Rambo e Robocop, ma ora si muovono tra fantascienza e realtà.
Super soldati tra fantascienza e realtà grazie alla genomica
La trasformazione dei militari di nuova generazione in super soldati tra fantascienza e realtà, può offrirlo una materia astrusa per i non addetti ai lavori come la genomica.
Si tratta di una disciplina biologica che studia l’organizzazione e la struttura genetica nell’intero genoma che è proprio il complesso dei geni di una cellula o di un organismo.
E’ evidente che si tratta di studi ancora pionieristici che possono aprire nuovi orizzonti nel campo della bioscienza, studiando le modifiche sui geni per curare le malattie.
Super soldati tra fantascienza e realtà in grado di difendersi geneticamente
Marco Pizzorno ci accompagna in un viaggio affascinante alla scoperta della bioscienza che provoca persino più interesse dell’intelligenza artificiale per le potenzialità che offre.
Secondo il direttore dell’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della difesa americana, Darpa, la bioscienza è attualmente il settore di maggior interesse.
Darpa punta non solo a proteggere i militari da nuove patologie, ma vuole trasformarli in super soldati tra fantascienza e realtà.
Super soldati tra fantascienza e realtà. I rischi della guerra chimica e batteriologica
L’esercito degli Stati Uniti si pone già da tempo il problema di fronteggiare conflitti con uso di armi chimiche e batteriologiche.
Il problema non è solo etico, ma anche di difesa del proprio personale che ne fosse esposto sul campo di battaglia.
Da qui nasce l’idea di rendere il corpo del soldato resistente o immune a questi attacchi.
L’organismo dei Super soldati si difenderà dall’interno
Una tuta protettiva e una maschera sono le protezioni minime già previste dall’equipaggiamento, ma non è detto che tengano al sicuro da qualunque agente patogeno.
E’ ovvio che le forze armate devono avere grandi quantità di farmaci per curare i soldati esposti, ma non servirebbero più se il genoma dei militari producesse proteine in grado di proteggere l’organismo dall’interno.
In pratica, sarebbe una rivoluzione del sistema immunitario dei soldati in zona di guerra.
I test in campo genomico fanno progressi
Gli Stati Uniti sono all’avanguardia nei test genomici da almeno dieci anni e questo campo offre già molte possibilità di cura dall’interno del nostro corpo:
- Fratture ossee ricomposte più velocemente
- Interruzione del sanguinamento
- Guarigione rapida delle ferite
- Contrasto ai problemi psichiatrici e ai tentativi di suicidio
La tensione in battaglia può provocare infatti il disturbo post-traumatico da stress.
Gli studi genomici hanno permesso di capire che è un problema individuabile in alcuni geni, che potrebbero essere corretti con terapie rivoluzionarie grazie alla bioscienza.
Gli studi si sono sviluppati negli ultimi anni individuando una serie di geni capaci di correggere molte disfunzioni.
La bioscienza scopre sempre nuovi geni
Tra questi figurano il Dysbindin, sul cromosoma 6 e lo SNAP-25, sul cromosoma 20, associato all’abilità cognitiva.
Questi geni hanno un ruolo importante non solo sull’aumento delle capacità mentali, ma anche per ridurre o eliminare la paura che condiziona i soldati in prima linea.
Il National Institute of Health afferma che una variante del gene catecolamina-O-metiltransferasi, regolato dal farmaco tolcapone, migliora notevolmente la memoria.
I super soldati sono già un realtà nei corpi speciali
I super soldati non sono quindi un parto della fantasia, ma i nuovi test evidenziano che alcuni individui hanno capacità eccezionali per motivi genetici.
I corpi speciali selezionano militari che si distinguono dagli altri per le loro capacità di guidare ogni automezzo, conoscenza profonda di armi e arti marziali, resistenza fisica e mentale.
Questi Rambo spiccano anche come paracadutisti e incursori subacquei, ma non sono super eroi. La spiegazione, anche in questo caso è genetica.
Ulteriori scoperte della genomica
La variante del gene ACTN3 codifica una speciale proteina ideale per lo sviluppo di una massa muscolare voluminosa e a contrazione lenta per sforzi fisici prolungati.
I soldati che non hanno questa variante genetica mostrano, al contrario, muscoli a contrazione veloce che sono perfetti nell’ipervelocità durante la corsa, unita a una super forza ideale per il sollevamento pesi.
Le prospettive della bioscienza e i problemi etici
Governare queste potenzialità genetiche e attivare proteine benefiche per la cura delle malattie è un obiettivo militare che si può estendere anche alla vita civile.
Ma gli approfondimenti genetici provocano anche problemi morali che non si possono ignorare.
Ogni Paese democratico deve infatti muoversi secondo principi di bioetica sostenuti, sia a livello di morale laica, sia sul piano religioso per evitare manipolazioni genetiche pericolose.
Non è un caso che la Chiesa abbia sviluppato nei secoli modelli etici regolati in modo preciso dalla teologia morale.
Etica e bioscienza in campo militare
A livello militare ci sono altrettanti problemi che la politica non ignora.
L’esercito americano si basa sulla ricerca scientifica e genetica per proteggere i militari sul campo, renderli immuni agli attacchi chimici e biologici e farne dei soldati di altissimo livello.
L’obiettivo non è quello di farne macchine da guerra senza sentimenti, perché sarebbe controproducente per i governi, alle prese con individui difficilmente controllabili se fossero in preda a manie distruttive e di grandezza.
La genetica al servizio delle truppe del futuro?
Si tratterebbe, in realtà, di militari altamente qualificati e selezionati a livello genetico per formare il nerbo delle forze armate future.
Truppe solide, lucide in ogni situazione e immuni da stress, ridurrebbero di certo le spese sanitarie nazionali e le difficoltà del reinserimento nella vita civile.
Chi nutre cieca fiducia nella bioscienza, vorrebbe meno paletti nella ricerca o fare una vera corsa agli armamenti genetici, attraverso un gran numero di soldati in versione Superman.
Le prospettive genetiche alimentano il dibattito
Secondo molti ricercatori i progressi in campo genetico dovrebbero concentrarsi sulle terapie sanitarie per uso civile, limitando gli studi del settore militare, considerando che si tratta di un campo ancora molto inesplorato e potenzialmente rischioso.
Per altri invece i super soldati saranno al servizio della pace e dei diritti umani, contando sulle loro rinnovate abilità e massimo equilibrio, garantito dai progressi genetici.
Al momento, la ricerca procede con crescenti risultati che forniranno indubbi vantaggi militari a livello operativo, ma il dibattito resta aperto.
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