TFA… tutto quello che (NON) vuoi sapere

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Da Lunedì 14 Luglio è cominciato il grande caos targato MIUR e sottotitolato TFA.

Tante, tantissime persone che aspirano ad ottenere l’abilitazione all’insegnamento.

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Se, anni fa, l’insegnamento, per varie ragione storico- sociali, aveva molto meno appeal, negli ultimi anni l’aria è cambiata. I posti messi a disposizione dal MIUR sono in tutto 29.000, ma le richieste di partecipazione al concorso hanno superato di gran lunga anche la più rosea delle aspettative: 149.000 richieste. La regione con più iscritti è risultata la Campania (24.142), seguita da Lazio (16.866), Sicilia (15.235) e Lombardia (14.235). Insomma, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Capitale ai luoghi più periferici del Bel Paese, tutti vogliono insegnare.

Quello del TFA è un concorso “strano”, perché non ti promette nulla in caso di suo superamento. Non ci sono posti di lavoro a disposizione, non si vede uno straccio di prospettiva, ma resta pur sempre l’unico concorso che può far entrare i giovani nel grande mondo della scuola e si presenta come un obiettivo per coloro che, dopo essersi laureati, sono a casa in cerca di occupazione.

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Mettendo da parte per un attimo gli impressionanti numeri, il punto della questione è che l’abilitazione nasconde delle insidie non indifferenti. Dopo il test preselettivo, saranno svolti un test scritto (presumibilmente ad Ottobre) ed uno orale (tra Novembre e Dicembre), che naturalmente si baseranno sulle materie principali della propria classe di concorso. Tutto qui? Dulcis in fundo, ci saranno dei corsi da seguire e poi, finalmente, il tirocinio a scuola. Tutto dopo aver pagato dai 2500 ai 3500 euro.

Dunque, le polemiche e le lamentele riguardo la struttura di questo concorso non mancano assolutamente, anzi, col passare dei giorni aumentano e, leggendo i vari forum tematici, anche i partecipanti non sembrano così felici dell’iter da seguire. Un anno di sacrifici, soldi da pagare per fare poi cosa? Essere abilitati senza lavoro. Purtroppo, in un periodo economicamente molto difficile come questo, bisogna provare a fare di tutto e per questo molti non si sono tirati indietro, sperando che la situazione possa migliorare.

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Antonio Murrone