Mark Twain diceva: “Se non hai letto il giornale non sei informato, se invece lo hai letto sei disinformato”. Ecco, non è il massimo come incipit per un articolo che come principale scopo nella vita ha quello di farsi leggere, però è invece perfetto per raggiungere il suo secondo scopo: provare ad essere onesto, sincero, vero.
Già prima dell’arrivo del coronavirus leggere il giornale era un’impresa impossibile, poi nell’ultimo periodo la situazione è addirittura peggiorata. Questo a dimostrazione di due cose: in primo luogo che al peggio non c’è mai fine e in secondo luogo che non è vero che una volta toccato il fondo si possa solo risalire, si può anche scavare. Da un paio di mesi a questa parte è cominciato un bombardamento di notizie, titoli, commenti, scoop e filastrocche sul Covid-19 e sulle possibili conseguenze catastrofiche che ne deriveranno davvero assurdo e vergognoso. Per ovviare a tutto ciò, il vice-direttore del Fatto Quotidiano Antonio Padellaro consiglia di leggere i giornali alla rovescia, partendo dall’ultima pagina. Sfogliandolo in questa maniera, potrebbe accadere di non stufarsi immediatamente davanti alle squallide urla sul coronavirus delle prime pagine e magari riuscire a leggere qualcosa di curioso e interessante. Buona idea.
L’epidemia ha fatto emergere per l’ennesima volta i più gravi e profondi problemi della società moderna: l’Unione Europea, la lentezza della burocrazia, la carenza della sanità pubblica e l’abissale divario tra ricchi e poveri che grida a una ridistribuzione equa delle ricchezze. Non solo queste cose ovviamente, la lista sarebbe ancora lunghissima, quasi infinita. C’è per esempio un’altra straziante questione venuta a galla ora più che mai: l’ipocrisia della stampa che invece di fotografare la realtà del mondo, vuole solamente impressionare e sconvolgere i lettori. Il giornalismo è ricerca delle notizie, controllo della veridicità delle fonti e onestà intellettuale. Non informazioni raccontate a metà o fake news spacciate per notizie vere. In questo gigantesco buco nero si sono poi infilati come faine anche loro: i virologi/profeti. Le nuove rockstar di questi squallidi anni sono i virologi. Senza fare per forza nomi e cognomi, anche se tutti sanno perfettamente chi sia il vero Cavaliere Jedi, è necessario riflettere a modo sul ruolo di questi famosi “scienziati”. In particolare bisogna soffermarsi su un altro termine a cui i virologi vengono associati. La parola in questione è “esperti”: una persona esperta è quella che ha già fatto esperienza e che già ha potuto sperimentare e vivere un’epidemia di tali misure, dimensioni e danni. Cioè nessuno.
Perfetto allora. Per conoscere “tutto quello che avreste voluto sapere sul coronavirus ma non avete mai osato chiedere” basta non ascoltare i virologi e la stampa. Semplice.
Riccardo Chiossi