
Con l’estate torna la presenza, da Nord a Sud della nostra penisola, delle unità cinofile della Scuola italiana cani salvataggio (Sics), un esercito di oltre 350 bagnini a quattro zampe pronti a tuffarsi in acqua al primo segnale d’allarme ricevuto.
Sono, infatti, più di venticinque anni che i cani, addestrati dalla Sics, si occupano della salvaguardia della vita dei bagnanti, nonché di operazioni di protezione civile, dopo essere stati sottoposti ad un periodo di formazione specifica, durante il quale la parola d’ordine per i nostri amici a quattro zampe come sempre è gioco, mentre per chi lavora con loro è impegno e costanza.
Una costanza che premia, viste le diverse operazioni andate a buon fine grazie alla presenza di questi cani, che nella stagione estiva 2014 sono dislocati in tantissime regioni italiane e nello specifico: in Sicilia (Isola delle Femmine), Calabria (Rocella Ionica), Puglia (Bari), Campania (Palinuro), Sardegna (Cagliari), Abruzzo (Pescara), Lazio (Torvajanica, Ostia, Pescia Romana, Tarquinia), Toscana (Marina di Massa), Liguria (Albissola), Piemonte (Lago Maggiore – Verbania, Lago Sirio – Chiaverano), Veneto (Caorle) e Lombardia (Lago di Garda – Toscolano Maderno, Idroscalo di Milano, Lago di Como – Lecco).
Le razze di cani più idonee per questo tipo di attività sono il Terranova, un molossoide di circa 70 chili di peso da adulto, originario del Canada, il quale con il suo pelo idrorepellente, le sue zampe palmate e la sua grandissima resistenza alla fatica, rappresenta il bagnino per eccellenza nel mondo animale; ci sono poi il Labrador e il Golden Retrevier, che risultano ugualmente molto adatti per questo tipo di impegno. Ma nelle squadre cinofile acquatiche è possibile trovare, a volte, anche Pastori Bernesi o Pastori Tedeschi.
In linea di massima, un cane per svolgere attività di salvataggio in acqua deve avere un peso superiore ai 25 chili, una buona resistenza alla fatica e, ovviamente, deve vivere l’ambiente marino o lacustre senza alcun disagio o timore.
L’addestramento della Sics per ciascuna Unità cinofila (formata da un cane e un conduttore) dura circa due anni, potendo poi anche arrivare a tre, nel caso in cui si decida di insegnare al cane anche come gettarsi da una barca o lanciarsi da un elicottero.
In genere, si inizia a formare il futuro bagnino verso i tre mesi di età e, per ottenere il brevetto finale, che è riconosciuto a tutti gli effetti dalla Capitaneria di Porto, si deve seguire un addestramento settimanale, della durata di circa 5 ore, per l’intero svolgimento del corso. Un lavoro intenso, che richiede impegno e costanza, ma soprattutto una forte passione per quello che si sta facendo, e una profonda empatia uomo-cane, un sentimento che rende la relazione unica e funzionale.
Una volta ottenuto il brevetto, l’Unità cinofila può dare la propria disponibilità e viene, così, attivata nel momento in cui la Protezione Civile è chiamata ad intervenire su campo.
La Scuola italiana cani salvataggio, fondata da Ferruccio Pilenga, attualmente anche suo Presidente, è un’associazione di volontariato, per cui non percepisce alcun compenso per quel che fa. Sono le quote di chi si iscrive e partecipa ai suoi corsi a renderne possibile il sostentamento materiale, mentre è la passione dei suoi conduttori, ma ancor più quella dei suoi amici a quattro zampe a renderla così speciale.
Nei mesi invernali i volontari della Sics attuano anche programmi di informazione e prevenzione nelle scuole, sensibilizzando gli studenti non solo sul tema della sicurezza, ma anche su quello della figura del cane, sulle sue qualità e sul ruolo, che il nostro amico a quattro zampe ricopre nella società.