Brescia: neonati morti agli spedali civili

Sono partite le indagini, per stabilire se i neonati siano morti per gravi negligenze del personale oppure a causa delle precarie condizioni di salute.

I Carabinieri e gli ispettori del Ministero della salute, stanno facendo ispezioni ed indagini per capire quali siano le cause della morte dei neonati, agli Spedali Civili di Brescia. Le morti avvenute nelle ultime settimane, sono state ritenute sospette perché troppo frequenti. Importanti sono anche i precedenti legati a infezioni nel reparto di neonatologia dell’ospedale. I neonati morti purtroppo sono ad oggi quattro e non sarebbero che gli ultimi, dato che avvenimenti simili sono già successi quest’estate. I primi tre casi sono noti, ma è appena stata diffusa la notizia di una quarta morte, avvenuta  sabato 5 gennaio a poche ore dopo la nascita. Dopo questo fatto, anche gli Spedali Civili hanno avviato un’indagine interna, ma già fanno sapere che ritengono le quattro morti, completamente scollegate, non riconducibili ad una sola causa come potrebbe esserlo un’infezione comune.

L’apertura dell’indagine:

Lunedì 7 Gennaio, i NAS dei Carabinieri hanno analizzato le cartelle cliniche dei quattro piccoli, mentre la procura di Brescia, ha per il momento aperto un fascicolo per omicidio colposo, anche se al momento non ci sono ancora persone iscritte nel registro degli indagati.

In un documento ufficiale, sono state raccolte le informazioni raccolte :

  • Il primo bambino è morto il 30 dicembre scorso e secondo quanto scritto è nato “in condizione di prematurità estrema”. Il bimbo era nato dopo sole 27settimane di gestazione e con un peso di poco inferiore a un chilogrammo. La causa della morte è stata un’enterocolite necrotizzante, manifestatasi circa 20 giorni dopo la nascita, che in due giorni è progredita molto velocemente.
  • Il secondo bambino è morto il 4 gennaio, nato alla sola ventiseiesima settimana, con un peso di circa 940 grammi. Il bambino era nato in un altro ospedale il 30 novembre, ma poi viste le sue condizioni, era stato trasferito agli spedali civili. Anch’egli aveva un’enterocolite necrotizzante, che aveva perforato l’intestino risolta chirurgicamente. Nonstante il ricovero in terapia intensiva neonatale, il bimbo è morto per insufficienza respiratoria.
  • Il terzo bambino è morto il giorno dopo, nato a 30 settimane di gestazione con un peso di 1,1 chilogrammi. Inizialmente il bambino sembrava aver avuto dei miglioramenti, ma attorno alla fine del 2018, ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie, per poi aver sviluppato una grave infezione.
  • Il quarto è ultimo caso risale a sabato 5 gennaio, il bambino è nato a 35 settimane di gestazione ed è morto dopo sole due ore dal parto. Purtroppo aveva una grave malformazione congenita delle vie aeree superiori e pare che questa condizione, sia la causa delle sue cattive condizioni di salute.

Quest’ultimo caso ha spinto la procura ad indagare, perché di particolare interesse. I neonati saranno sottoposti ad autopsia, con lo scopo di accertare quali fossero le loro condizioni di salute, se si sarebbero potute evitare le complicazioni oppure risolverle.

Un caso precedente:

Questo non è il primo caso per cui gli Spedali Civili di Brescia, salgono alla ribalta delle cronache dopo la morte di un neonato. La scorsa estate un bambino era morto a causa di un’infezione da Serratia marcescens, si tratta d’un batterio che spesso è responsabile di gravi infezioni ospedaliere. Anche all’ora la procura aveva aperto un’inchiesta, indagando 16 membri del personale del’ospedale, soprattutto a seguito dell’ammissione della direzione sanitaria, che si era sviluppato un focolaio epidemico. Il neonato non fu il solo contagiato, altre 10 pazienti erano stati contagiati.

I reparti di neonatologia:

Questi reparti si trovano ogni giorno a gestire dei casi clinici molto complessi e difficili, curando bambini prematuri oppure affetti da gravissime patologie. Da questo deriva anche il tasso di mortalità, che può variare in base ai periodi o ai casi affrontati. Per questo motivo gli esperti in tale branca della medicina, invitano a non utilizzare dei toni allarmistici, soprattutto alla luce di quanto sta succedendo negli Spedali di Brescia. A dircelo è il presidente della Società Italiana di Neonatologia, Fabio Mosca: “Quando si parla di prematurità bisogna assolutamente far passare il concetto che si tratta di una malattia, alla quale si sopravvive grazie a cure altamente sofisticate ed estreme, con cui teniamo in vita bambini che la natura non farebbe sopravvivere. E talvolta non ci riusciamo. Non ci riusciamo in 750 casi ogni anno. Non per questo bisogna per forza trovare degli errori”.